Page 52 - Libro Sacro Monte di Varallo
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cometa dei Magi. La sottostante parete è completamente rivestita da una raffinata e minuta decorazione a graffito di sottile effetto cromatico, caso unico in tutto il Sacro Monte, a pannelli racchiudenti anche qui delle stelle. Sull’angolo nord-ovest, ove ora ha inizio l’atrio di accesso alla Grotta di Betlemme, la parete si prolun- gava brevemente verso il monte cui era addossata la cappella, ampliando così la facciata stessa e venendo pure a costituire un vero pilastro angolare di rinforzo, analogo a quelli che si trovano, però su tutti e due i lati, nella ex Cappella degli Esercizi (originariamente Ultima Cena) ed anche nella cappella gaudenziana di S. Rocco a Valduggia. Di questo vero contrafforte, rimane la parte superiore ancor chiaramente visibile al di sopra della volta dell’androne stesso. Come nella Crocifissione, anche in questa cappella, Gaudenzio fece entrare i visitatori. L’ingresso, il cui varco è ancora visibilissimo dalla parte interna sul lato di sinistra, oggi si scorge a fatica all’esterno sulla parte destra della facciata per una lieve discordanza dei graffiti che lo nascondono, un po’ più piccoli e non perfettamente combacianti con quelli originari. Ma è chiaramente raffigurato col suo coronamento ad arco a tutto sesto nella veduta di Brera e nelle sue varie repliche. La porta di uscita verso la Grotta di Betlemme non è posta sullo stesso asse, ma leggermente più verso il centro della parete, cosicché i pellegrini non percor- revano lo spazio rettilineo, ma dovevano aggirare lievemente la scena, come ben si vede nella planimetria esistente nel “Libro dei Misteri”, quasi a costituire con essa un più intenso rapporto. L’interno della cappella rivela poi un profondo mutamento di concezione e di strutture rispetto a quelle del Calvario; si respira una diversa atmosfera gioio- sa e serena. Scomparso il pilastro centrale, l’aula risulta spaziosa e piena di respi- ro. Le pareti non terminano più ad angolo retto, ma si raccordano tra loro con quattro curve angolari formando un quadriconco ricoperto da un’ampia volta ellittica, inondata di luce diretta dall’unica finestra posta in alto verso mezzo- giorno. Eliminati così tutti gli spigoli, senza più bisogno di ricorrere ad illusioni- smi ottici, sia pure genialissimi come nella Crocifissione, si crea una continuità di superfici in funzione diretta del fondo ad affresco. Ne risulta così un vano unico nel suo genere, quasi modellato e plasmato, che non trova riscontro nell’architettura del Cinquecento, e che non è stato finora oggetto di attente osservazioni critiche. Gli affreschi che lo rivestono non ricoprono più integralmente, come nella Crocifissione, tutte le pareti. Il lato occidentale, in origine addossato al monte, e 52 Cappella - 5