Page 48 - Libro Sacro Monte di Varallo
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cocemente, determinato dal numero dei doni da loro recati e successivamente codificato da una variegata produzione di letteratura apocrifa che ha ampliato le sobrie notizie fornite dall’evangelista. Anche i nomi con cui essi sono popo- larmente conosciuti, Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, derivano da fonti non canoniche. Il Ferrari riesce a dar forma e colore a quella primizia dei popoli che i Magi da sempre rappresentano nell’interpretazione ecclesiale: il moro, i paggi dalla pelle scura e dalle fattezze orientali. La composizione dell’insieme appare però più sobria se paragonata all’analoga scena realizzata dallo stesso artista sulla parete delle Grazie circa un decennio prima, da cui è ripreso il particolare del servo che si china per allacciare le calzature del suo sovrano. Anche qui lo spazio è dilatato dalla perfetta fusione ed armonizzazione tra parti scultoree e scene pittoriche, come ben esemplificato dal cavallo visibile sulla parete a sinistra le cui zampe posteriori sono inserite nel muro, mentre il corpo rende forma protendendosi nell’aula. Sono ben visibili i doni recati: l’incenso nel calice del primo magio, l’oro nel- lo scrigno del sovrano moro e la mirra nel vaso per unguenti sorretto da quello in centro. Essi rappresenterebbero simbolicamente, secondo la tradizione, ri- spettivamente la divinità, la regalità, l’umanità del Bambino nato a Betlemme. 48 Gruppo di Betlemme - Cappelle - 5-6-7
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