Page 480 - Libro Sacro Monte di Varallo
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sibi debitae pro pictura capellae novae Sacri Montis in qua representatur Christus ferens crucem ad Calvariae locum”. Anche la data nel mese di Novembre, quan- do ormai per la stagione avanzata si sospendeva o si concludeva l’esecuzione dei dipinti ad affresco, farebbe pensare all’avvenuto compimento del ciclo. Ma l’anno successivo, da uno scritto del Vescovo al curato e vicario foraneo di Varallo, Filipperio, risulta che il Morazzone è ancora impegnato nella pittura dell’Andata al Calvario. Il testo così dice: “Perché arriva il pittore per finire la cappella della salita dirà ai fabbricieri che racconcino la figura di Abramo secondo le indicazioni ivi date”. È quindi probabile che il pittore avesse quasi completato l’opera, salvo un ultimo tocco, alcuni particolari, qualche correzione voluta dal Vescovo, come appunto quella della figura di Abramo, avendo alternato la sua fatica varallese con altri impegni, come quello di Tradate. Ed è certo che imprese come queste non potevano svolgersi che a più riprese, sia per la loro vastità, sia per la sospen- sione durante il periodo invernale. Che poi il Morazzone nel 1607 sia salito al Sacro Monte come prevedeva il Vescovo, ed abbia dato l’ultima mano all’impresa è cosa assai dubbia. Certo monsignor Bascapè ha dimostrato per questa cappella un particolarissimo inte- resse ed una esemplare attenzione lungo tutto il suo episcopato, quasi come se essa fosse un punto fermo ed una lezione da prendere come base per ogni cap- pella successiva non solo per Varallo, ma anche per gli altri Sacri Monti. Ma, come si è già detto trattando dell’Ecce Homo, ben nove anni dopo, nel 1616, già affrescate le due successive cappelle dell’Ecce Homo e della Condanna, il fabbriciere Giuseppe Morondi scrive al pittore che deve “ritornare a perficere le sue opere massime dove Christo porta la Croce, la sentenza di Pilato, e l’Ecce Homo, conforme la promessa… sendo V.S. pagata per la perfettione del Ecce Homo, et dove Cristo porta la croce, che di poi si farà far la stima della cappella della sentenza…”. A questo punto per poter essere pagato per la cappella della Sentenza o Con- danna il Morazzone dovette decidersi a fare le correzioni richieste e ad eseguire gli ultimi ritocchi agli affreschi delle due cappelle. Risulta infatti che quando il 14 Settembre 1617 il successore del Bascapè, cardinal Taverna, sale al Sacro Monte per la sua prima visita pastorale, tanto la cappella della Sentenza che quella della Salita al Calvario, risultano finite di recente secondo gli ordini del predecessore. Si può dunque conchiudere che il grosso del lavoro dovette svolgersi, dopo l’elaborazione del progetto, tra il 1603 ed il 1606, con una messa a punto (ritoc- chi e correzioni) nel 1616. 480 Cappella - 36