Page 358 - Libro Sacro Monte di Varallo
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ma assai conosciuto nel Biellese, dove pare abbia svolto quasi tutta la sua attività, come testimoniano vari documenti che vanno dal 1619 al 1651. In anni ancor giovanili dovette aver dipinto la pala e quattro affreschi nella chiesa della SS. Trinità a Biella, tra il 20 ed il 30 il quadro di S. Lucia con i Santi Silvestro, Caterina, Agata ed Apollonia nella chiesa della SS, Trinità e S. Carlo a Tavigliano. Del 32 è la Madonna in trono e Santi nella confraternita di S. Nicola da Tolentino a Salussola, del 51 l’affresco, ora in gran parte scomparso, sulla Porta d’Andorno a Biella Piazzo. Don Delmo Lebole, a cui si deve la riscoperta del pittore, lo dice nato nel 1586, perciò nel 1608, se è giusta la mia identificazione, quando gli venne affidato l’in- carico di affrescare la parete di fondo della Coronazione di spine al Sacro Monte, era ancora un pittore alle prime armi, contando appena ventitre anni. Terzo documento riportato dal Galloni dopo i due del 1608, è un verbale dei fabbriceri del Monte, datato 6 luglio 1614, conservato nei minutari del notaio Giovanni Battista Albertino. che così dice: «Si è esibita una lettera missiva al sig. Testa del M. Horlensio Cerano del 10 di giugno 1614 per darne risposta al detto M. Hortensio et si è stabilito che gli si scrivi che termine di 15 giorni il sig. Testa debba venire a finire la pittura della Cappella dell’Incoronazione di N. S. che altrimenti si farà dipingere da altra mano non polendo più trattenere che le sue statue non se gli mettano in opera. Et non venendo in detto tempo che li farà depingere da Melchiorre di Henrico et li colori che sono presso al sig. Testa si riconoschino et si sequestrino per caulione di danni. Et a questo effetto si farà prima stimare la pittura di detta Cappella da M. Melchiorre et M. Alessandro Cavallazzi per stabilire la somma s’è debitore...». Come giustamente osserva il Galloni il Cerano citato per questa cappella dai Fassola in poi non è quindi il celebre Giovanni Battista Crespi da Cerano, da tutti conosciuto come “il Cerano” per antonomasia, ma il meno noto Ortensio Crespi, fratello minore del grande Cerano. Egli svolse la sua attività nel Novarese ed in Lombardia nei primi decenni del Seicento. Il Galloni non si sofferma però ad approfondire se i dipinti della cappella siano stati poi compiuti da Ortensio Crespi o dal Testa. Mi pare comunque scontato che questo “sig. Testa” non sia da identificare con Gian Giacomo, attivo al Sacro Monte trent’anni prima per le cappelle della Samaritana e della Resurrezione di Lazzaro, ormai vecchio se era ancora vivo, ma con Giovanni Battista Testa di Varallo, probabilmente fi- glio del precedente, che sarà attivo a Biella nel 1645 per la chiesa di S. Giacomo al Piazzo, e che nel 1614 forse era allievo o collaboratore di Ortensio Crespi. È forse questo Testa da identificare con il misterioso Farfanico del Fassola? 358 Cappella - 31