Page 342 - Libro Sacro Monte di Varallo
P. 342
È un primo indizio per il complesso del Palazzo, che è in lenta fase di ide- azione, ma che già ci indica le linee base di quanto in seguito verrà realizzato, cappella della Flagellazione compresa. Passano poco più di due anni e nella lettera di monsignor Bascapè ai fabbri- ceri, del 1 febbraio 1605, si ha netta l’impressione che si sia finalmente trovato il luogo adatto per collocarvi la cappella dedicata alla Flagellazione nel contesto dell’erigendo nuovo Palazzo di Pilato. Il vescovo .infatti così si esprime: «Ci è di nuovo parso bene che il misterio della flagellazione si rappresenti prima che si salisca la scala, per esser così più conforme alla sacra historia”. Dunque tra il 1605 ed il 1608 prendendo finalmente corpo tutto il monu- mentale complesso del Palazzo, viene realizzato anche il vano per la Flagella- zione. L’aula risulta piuttosto piccola, pressoché quadrata, conchiusa dai muri perimetrali del Palazzo a Nord ed a Ovest, dal bancale, dalla grata lignea e dalla vetrata ad Est, cioè verso l’androne, ed infine dalla massa rocciosa dell’antico Monte Oliveto, scalpellata ed intonacata, tanto da ottenere una parete regolare, a Sud. Il vano è di conseguenza in penombra (si tratta infatti di una delle poche cappelle dell’intero Sacro Monte che non riceve luce diretta), piuttosto basso ed angusto, di dimensioni non molto diverse rispetto a quelle della prima Fla- gellazione, che dà veramente l’idea di un ambiente sotterraneo, di un luogo di tortura. La parte scultorea Terminato il Palazzo di Pilato, almeno nelle sue strutture murarie essenziali attorno al 1608-9, si procede con particolare premura a realizzare le raffigura- zioni delle singole cappelle in esso contenute, non seguendo però la successione degli episodi evangelici e quindi anche quella logica dei vari misteri, forse per dar subito avvio alle composizioni più grandiose, più impegnative e di maggior importanza. Si incominciano ormai a stipulare i contratti con i vari artefici per alcune tra esse: il 27 settembre 1608 per gli affreschi della Coronazione di spine; il 25 lu- glio 1609 quello col Morazzonc per l’Ecce Homo, ecc... Ma per la Flagellazione, che nella sua primitiva sede si presentava ancora con una notevole dignità, an- che grazie agli affreschi del Lanino (contava del resto poco più di cinquantanni di vita), non si prendono subito dei provvedimenti. Solo il Tonetti ricorda che monsignor Bascapè con una nota successiva a quella del 1 febbraio 1605 invia gli ordini su come si debbano eseguire le pitture e disporre le statue. 342 Cappella - 30