Page 182 - Libro Sacro Monte di Varallo
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ne, modellate a Milano e trasportate a Varallo nell’ottobre del 1572 (sostituite poi, come pare, da altre del Tabacchetti); 2°) l’Adamo ed Eva per la cappella del Paradiso terrestre, dopo esser salito lui stesso sul Sacro Monte verso la fine del 1572, sostituite poi nel 1594-95 da altre di Michele Prestinari, a loro volta sosti- tuite da altre del Tabacchetti; 3°) S. Giuseppe dormiente è l’Angelo annunziante per il Secondo sogno di S. Giuseppe, eseguite poco dopo le precedenti, ossia nei primi mesi del 1573; 4°) le statue del Battesimo, già esistenti nel 1583; 5°) Gesù e Satana nella Tentazione anch’esse già esistenti nel 1593; 6°) in fine le due statue della cappella della Samaritana, anch’esse anteriori al 1583. Ed in verità numerosi mi paiono gli elementi in concordanza e gli evidenti riscontri stilistici: l’incedere di Gesù con passo pesante ricorda l’avanzare qua- si impetuoso e ardito dell’Angelo nel Secondo sogno di S. Giuseppe; la figura di Lazzaro che esce dal sepolcro, ormai quasi completamente spogliato dalle ben- de, rivela un puntuale parallelo con il Gesù pure seminudo del Battesimo, e la rispondenza si nota pure nei motivi decorativi del perizoma; l’Apostolo situato al centro della scena al di là del sepolcro col mantello posato su di una sola spalla e scendente verticalmente sul petto, presenta una soluzione affine a quella del- la statue di Gesù nelle due cappelle della Tentazione e della Samaritana. Altre statue poi, come quella dell’Apostolo che si trova alle spalle di Lazzaro, di quello già citato al di là del sarcofago, quella di Marta ecc. presentano con le ricche bor- chie dorate circolari a decorare i loro abiti od a trattenere sul petto il mantello, un tipico elemento vistosamente ricorrente nelle opere dello scultore milanese, particolarmente nelle statue del Secondo sogno di S. Giuseppe e del Battesimo. Né infine i ricchi ornamenti di certe vesti sono molto distanti da quelli che si nota- no sugli abiti della Samaritana. Tutto sommato mi pare quindi possibile avanzare l’ipotesi che l’autore delle prime dieci statue della Resurrezione di Lazzaro possa essere lo stesso scultore milanese che lavorò in stucco per il Sacro Monte tra il 1572 e l’82-83. Invece le due figure in terracotta eseguite poco dopo il 1593 per volere del Vescovo di Novara, conchiusa ormai l’epoca dello stucco, mi pare si possano as- segnare senza esitazione allo scultore Michele Prestinari di Lugano, attivo pro- prio in quegli anni al Sacro Monte, ed incaricato più di una volta proprio del compito di aggiungere delle statue alle cappelle già terminate per render le scene più affollate e vive, o rifarne altre non ritenute soddisfacenti. Il primo caso si verificò per i numerosi animali del Paradiso terrestre tra il 1594 ed il 95 dopo la visita del Bascapè e per le statue dei tre guerrieri e dei due paggi ai lati del trono di Erode nella Strage degli innocenti nel 1590 e tre anni dopo per vari gruppi di 182 Cappella - 18