Page 179 - Libro Sacro Monte di Varallo
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siano state elargite proprio all’inizio dell’episcopato del nuovo Vescovo. L’erezione della cappella può dunque venir delimitata con una certa sicu- rezza tra il 1574-75 e 1*80-81 circa. Il Torrotti (1678) la ritiene terminata nel 1580, e così pure recentemente il Manni; il Bordiga invece nell’82, e con lui il Cusa, il Tonetti ed il Ravelli. Quando venne iniziato l’edificio non era dunque ancor passato nemmeno un decennio dalla stesura del «Libro dei Misteri», ed il nuovo progettista cer- cò di non scostarsene troppo. L’architettura infatti, di nobile semplicità, trae spunto in modo evidente dal disegno dell’Alessi. Ne riprende esattamente lo schema a pianta quadrata, la struttura rigorosamente parallelepipeda coronata da un tetto a padiglione, conchiuso al vertice da un pinnacolo in pietra. Solo le lesene d’angolo assai più sottili di quelle ideate dall’Alessi, eliminano la grevità che dominava il suo tempietto, dandogli una maggior snellezza ed una più niti- da purezza di volumi, esaltata anche dal candore dell’intonaco. Per queste carat- teristiche così evidenti e per l’apertura di una finestra sul lato di mezzogiorno si accentua l’analogia con la cappella della Samaritana nelle sue forme originarie, tanto da far pensare che le due opere siano dovute ad uno stesso architetto: forse Enrico D’Enrico, fratello maggiore di Giovanni, di Melchiorre e del Tanzio. Invece una caratteristica originaria della cappella, che sarà ripresa in quella della Samaritana, quando in seguito verrà modificata, è la mancanza di una vera facciata, essendo questa costituita da una parete totalmente priva di aperture, che per di più scende a piombo col suo basamento fino alla sottostante strada di collegamento tra la Strage degli innocenti ed il Battesimo. La cappella infatti non si affaccia sulla via che dal Tabor porta all’Ingresso in Gerusalemme, ma arditamente vi è costruita sopra, così da esserne attraversa- ta da parte a parte, come già si vedeva nella planimetria della raccolta Ferrari. Di conseguenza l’ingresso si apre sul lato destro in basso a sinistra e l’uscita in posizione corrispondente al lato opposto. Si viene così a formare una galleria a corridoio che l’attraversa per tutta la lunghezza, delimitata verso l’esterno dal muro continuo della parete di facciata, verso l’interno dal bancone inginocchia- toio ligneo con sovrastante grata e vetrata, ed al di sopra da un soppalco ligneo, analogalmente a quanto allora avveniva, fin dall’epoca di Gaudenzio per la cap- pella dei Magi, ed alla soluzione adottata in seguito per quella della Samaritana. Come la parte architettonica, così anche la scena scultorea sembra rivelare, almeno nell’impianto generale un lontano ricordo, una certa eco, del «Libro dei Misteri». La più stretta rispondenza si riscontra soprattutto tra la figura di Gesù (sebbene rifatta al fine dell’Ottocento) e quella disegnata nello schizzo Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 179