Page 180 - Libro Sacro Monte di Varallo
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alessiano. Così pure qualche somiglianza si può notare nella figura di Lazzaro uscito dal sepolcro e seduto sul lato sinistro. Ma mentre nel bozzetto l’atmo- sfera risulta estremamente austera e spoglia, come si addice ad un sepolcro, e Lazzaro sorge più realisticamente da una fossa scavata nel centro del pavimento, nella realizzazione della cappella tutto acquista un anacronistico tono aulico e spettacolare, lontanissimo dalla realtà del fatto, trasformando l’ambiente in un fastoso salone nel cui bel mezzo, come elemento centrale, è collocato un sarco- fago scoperchiato dal quale esce il resuscitato amico di Gesù. Le altre figure si dispongono tutt’attorno nel vano con efficace effetto non privo di spontaneità e naturalezza, per quanto al Bordiga siano sembrate «al- quanto indifferenti alla vista del miracolo», pur riconoscendo che «non man- cano di qualche pregio». Più drastico il Butler le giudica «di poco o nessun pregio». Ma il Butler ha il merito di aver notato per primo che la maggior parte delle statue è di stucco e solo due sono di terracotta. Egli veramente (ma può essere un errore di stampa) parla di quattordici statue in stucco, più le due in terracotta, per cui dovrebbero essere sedici in tutto. In realtà come hanno sempre scritto i compilatori delle guide del Settecento e del primo Ottocento, le statue erano e sono tuttora solo dodici; quindi dieci in stucco e due in terracotta. Ma purtroppo la svista del But- ler, come spesso avviene, ha indotto in errore vari altri successivi compilatori di guide che hanno riportato il numero complessivo di sedici statue. Come mai però non tutte furono eseguite con identico materiale? Dalla re- lazione della prima visita sul Monte del vescovo Bascapè, avvenuta come noto, nel settembre 1593, risulta che le figure vennero giudicate troppo poche, poi- ché si dice: «imagines desiderantur plures» e si sarebbe pure auspicato che si stupissero maggiormente nell’assistere al miracolo «et miraculi spectandi quod stupeant magis cupide», come poi osserverà anche il Bordiga. Se difficile, per non dire impossibile, era render più meravigliate le espressioni delle statue già eseguite, era però facile invece poterne aggiungere qualcuna per ubbidire ai de- sideri del Vescovo ed animare maggiormente la scena. Resta cosi chiarito che le figure originarie erano dieci, ossia quelle in stucco, e che le due in terracotta vennero aggiunte poco dopo il 1593, forse già nel 94, quando ormai era tramon- tato il periodo della scultura in stucco, Esse sono quella vicino alla vetrata ed il piccolo personaggio con espressione vivace e la bocca semiaperta, entrambe sulla sinistra. Il Butler suppone che non siano state eseguite appositamente, ma che provengano da qualche cappella abbandonata; manca tuttavia qualsiasi ele- mento per poter sostenere una tale ipotesi. Recentemente poi si è scritto, non 180 Cappella - 18
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