Page 108 - Libro Sacro Monte di Varallo
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d’Erode in cui avviene il massacro. Lo anima un vasto coro di figure a comple- tare la scena plastica; tra esse spicca al centro della parete destra una dama in costume dell’epoca in cui sembra si possa riconoscere, secondo il Contini, la duchessa Caterina di Savoia, infanta di Spagna. Negli otto spicchi della volta sono raffigurati, iniziando da sopra l’ingresso e volgendo verso destra: La nascita di Gesù; 1 Magi in viaggio verso Betlemme; I Magi alla presenza di Erode; L’adorazione dei Magi; L’angelo avvisa i Magi di tornare per altra strada nei loro paesi; L’angelo avvisa S, Giuseppe di fuggire in Egitto; La fuga in Egitto; La sepoltura di Erode. Lo stile, tipico dei Fiamminghini, rivela come di consueto uno spigliato, fre- sco ed armonioso manierismo narrativo, senza problemi, con piacevolezze dolci ed un po’ agri di colori pur nell’agitato muoversi tumultuante della folla. Sulla porta di sinistra campeggia lo stemma di Carlo Emanuele 1°, dipinto molto probabilmente dagli stessi Fiamminghini a ricordo della sua munifica elargizione per la cappella e della protezione da lui accordata al Sacro Monte. Molto tempo è passato da allora e il trascorrere dei secoli ha lasciato le sue tracce evidenti. Le infiltrazioni d’acqua attraverso al tetto, posato direttamente sulla volta e la corrosione degli intonaci causata dall’umidità avevano in gran parte degradato la cappella e solo nel 1848 si era provveduto a rialzare il tetto e ad intonacare la parte inferiore delle pareti. Nessun restauro venne invece eseguito alle statue ed ai dipinti. Nel 1955 l’Amministrazione Vescovile si sobbarcava l’onere di un totale restauro all’edificio, alle pitture ed alle statue, che veniva affidato dalla Soprintendenza alle Gallerie di Torino al pittore Emilio Contini allora attentissimo direttore artistico del Sacro Monte. In quell’occasione ven- ne aggiunto il portale in granito; fu sostituita la vecchia stoffa del baldacchino di Erode e con provvedimento piuttosto discutibile, nella parete divisoria al po- sto delle antiche grate lignee intagliate e della vetrata legata a piombo, venne collocata una ricca cancellata in ferro battuto su disegno dello stesso Contini, egregiamente eseguita dalla ditta Pizzetta di Varallo. Si perdeva così purtroppo molto del fascino misterioso dato alla scena dalla visuale attraverso alle piccole aperture delle preziose grate in legno con un’appa- rizione ora troppo immediata ed aggressiva. • 108 Cappella - 11