Page 95 - Libro Sacro Monte di Varallo
P. 95
in S. Eustorgio, sempre a Milano, e la Madonna con Bambino e Santi a Grosotto in Valtellina nel 1644, ultima data nota della sua vita, è il Cristo mesto sorretto da due angeli presso il Capitolo del Duomo di Milano. La sua presenza al Sacro Monte, dopo la splendida stagione del Tanzio, del Morazzone, ed anche di Melchiorre d’Enrico e del Gherardini, si inserisce in un momento di vuoto nella storia della pittura in Valsesia. Morto da sette anni il Tanzio, vecchio ormai suo fratello Melchiorre, attivo a Biella e dintorni il va- rallese Allasina, impegnato intensamente nel Cusio il Rocca (proprio del 1640 sono i suoi affreschi dell’VIII cappella ed il quadro della Madonna col Bambino e S. Francesco al Sacro Monte d’Orta e la notevole pala di Bagnella presso Ome- gna), praticamente al Sacro Monte in quel momento il campo era libero. Tuttavia l’apporto del Chignolo non dovette essere di grande rilievo ed il suo ciclo pittorico venne tenuto in scarsa considerazione, forse anche perché costituito solo da un paesaggio, o, come scrisse il Bordiga «da un languido pae- se». Ma intanto col passar del tempo era andato anche deteriorandosi in modo irreparabile, ancora riprodotti nel volume del Cusa. Si provvide quindi nel 1886 (il Galloni dice nell’88) a riordinare la cappella dandone l’incarico al pittore Francesco Burlazzi, professore della scuola di dise- gno di Varallo, grazie al lascito del notaio varallese Lorenzo Zoppetti. Il Burlaz- zi, che aveva appena rifatto gli affreschi della cappella di Adamo ed Eva, ritoccò le statue e sostituì i rovinati dipinti seicenteschi con altri che raffigurano il de- serto, le rovine di un tempio egizio e sullo sfondo del lontano orizzonte la città di Eliopoli, meta della Sacra Famiglia che vi è raffigurata in fuga in piccolissime dimensioni. Nel cielo dipinse un gruppo di angeli in volo, quasi a protezione e scorta d’onore dei viaggiatori. Secondo il gusto accademico dell’epoca, l’affresco si presenta come un gran fondale da teatro ottocentesco, d’una scenografia un po’ oleografica e di ma- niera, d’un verismo archeologizzante un po’ freddo, ma corretto e non privo di respiro, tanto da riuscire ad annullare illusoriamente il limite delle pareti. • Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 95
   90   91   92   93   94   95   96   97   98   99   100