Page 447 - Libro Sacro Monte di Varallo
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con gli intendimenti del Vescovo di Novara, che ormai va declinando. Tra i vari lavori programmati nell’estate del 1614, il 3 agosto (il Galloni scrive il 13), si ap- palta a Zanolo di Vietto di Rima ed ad Alberto Bertolo de Pietremarce di Rima, con atto del notaio Albertino, l’impresa “d’alzar la strada, voltarla, e carretarla, qual va dal Palazzo di Pilato alla casa di Valgrana, et muro qual drizzi la piazza...”, ossia di costruire tutta la strada al primo piano con un unico livello e quindi in sostanza di dare inizio all’erezione dell’attuale elegantissima loggia, che fa da splendido fondale alla piazza stessa, anche al fine di allineare in modo rettilineo la spianata, che con l’avvio della costruzione del nuovo tempio dell’Assunta, sta per diventare la Piazza Maggiore di tutto il Sacro Monte. Non si parla in verità di loggia o galleria, ma penso che il termine riferito alla strada di “voltarla”, non si riferisca alle strutture di sostegno sottostanti al piano di calpestio, che è pure formato da ambienti ricoperti da volte, ma proprio alla copertura del viadotto costituita da leggere volte a crociera. Per erigere la nuova opera i mastri costruttori vengono autorizzati ad usare “i sassi delle muraglie delli portici di qua e di là della Cappella della Maddalena et della Cappelletta di Emmaus”, cioè della cappelletta della Croce, risalente al Caimi, che si voleva trasformare appunto nell’apparizione di Gesù ai discepoli incamminati verso Emmaus. In seguito a quest’ordine verrà abbattuto, se non lo era già da poco tempo, il tratto dei portici, ben visibile nella planimetria generale del “Libro dei Mi- steri”, che proseguendo dal Santo Sepolcro, raggiungeva le due cappelle citate, appartenenti ancora al Sacro Monte delle origini. Si puntualizza inoltre negli ordini dei fabbriceri, che si debba abbattere “la mu- raglia già fatta dove sarà bisogno”, cioè quella del precedente viadotto, “et levar la scala che descende dal detto Palazzo alla volta della detta scala” per ricostruirla alla fine del percorso presso la casa del Valgrana “nel luoco dissegnato come sopra et conforme al bisogno della discesa, et ridurre la detta muraglia in camere dove sì puotrà con le tre finestre, et uschi oportuni...”. Sono testimoni Giovanni d’En- rico e Bartolomeo Ravelli, cioè l’estensore del grande piano di rinnovamento del Sacro Monte, preparato proprio nel 1614, ed il suo collaboratore. Tre giorni dopo il contratto, il 6 agosto, come ricorda il Longo, vengono sta- bilite alcune modifiche. Ci si trova dunque di fronte ad un totale cambio di qualità. Non si tratta più soltanto di una strada in parte soprelevata, cioè di manufatto di mero scopo pra- tico, ma di una vera ed impegnativa opera architettonica d’alto prestigio, di una galleria solenne e dalle linee particolarmente armoniose. Come mai si era giunti Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 447
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