Page 365 - Libro Sacro Monte di Varallo
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febbraio 1605 a proposito del Palazzo dì Pilato in via di costruzione. In essa, dopo aver approvato il modo di sistemare la Coronazione di spine, ordina al pro- gettista “che tenendo la cappella seguente più ampia l’accomodi per rappresen- tarvi Pilato che mostra il Salvatore dicendo Ecce Homo...”. Così pure nella celebre veduta di Varallo e del Sacro Monte, intagliato da Gioachino Teodorico Coriolano nel 1606 (Pallanza, Museo del Paesaggio) e nelle sue due repliche del 1621 (Varallo, Pinacoteca, e Torino, già sul mercato antiquario nel 1991), il Palazzo di Pilato appare ormai condotto a termine, ma senza la cappella della Salita al Pretorio, che non è raffigurata con la sua caratte- ristica struttura fuoruscente dall’edificio al di sotto dell’elegantissimo loggiato, sull’attuale Piazza Maggiore. Anzi, al suo posto si nota nitidamente una piccola finestra. Né la cappella si trova nell’elenco dei vari misteri posto nella didascalia ai piedi della xilografia, poiché subito dopo la Coronazione di spine (n. 32) si passa all’Ecce Homo (n. 33). Ed ancora nella visita del cardinal Taverna (14 settembre 1617) non vi è al- cun accenno alla cappella della Salita al Pretorio, mentre si ordina di fare in pietra la Scala Santa che è ancora in legno. Undici anni dopo, nel 1628, Bartolomeo Manino nella sua descrizione dei Sacri Monti, illustrando le cappelle di Varallo, ignora la Salita al Pretorio, e pas- sa anche lui direttamente dalla Coronazione di spine all’Ecce Homo, La situazione però sta cambiando. Siamo negli anni in cui viene rifatta in pie- tra la Scala Santa, terminata molto probabilmente verso la fine del 1627 - inizio del 28, ed ammirata dal vescovo Giovanni Pietro Volpi il 22 agosto 1628. E pro- prio nella relazione della sua visita pastorale di quel giorno, per la prima volta in assoluto si fa cenno alla cappella, ormai terminata nella parte muraria, ma ancor priva di statue, quindi eretta da poco. Si capisce perciò anche perché il Manino non l’abbia nominata. È dunque quanto mai verosimile che durante la costruzione in pietra della scalea del Pretorio, ci si sia resi conto dello stacco che si verificava tra i misteri del piano terreno e quelli del piano soprastante e della maggior efficacia psico- logica e devozionale che avrebbe suscitato la Scala Santa qualora vi si fosse visto incamminato lo stesso Cristo. I pellegrini l’avrebbero praticamente percorsa con Lui. Dovette allora quasi improvvisamente svilupparsi ed attuarsi l’idea di creare la nuova cappella. Dove? L’unica possibilità era quella di sfondare la pa- rete del Palazzo di Pilato verso mezzogiorno, o meglio di allargare l’apertura già esistente della finestra che si è vista nella xilografia del Coriolano, proprio di fianco alla Coronazione di spine, finestra che si affacciava sull’avvallamento che Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 365
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