Page 364 - Libro Sacro Monte di Varallo
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perte di mantelli, ai lati della grata. Secondo il Fassola ( 1671), l’antica cappella inglobata aveva affreschi del Ferrari. La Scala Santa La riproduzione della Scala Santa all’interno del più vasto progetto del Sacro Monte Varallese può essere stata suggerita dal viaggio intrapreso a Roma nel 1600 dal vescovo Bascapè a Roma per il giubileo, oppure anche dai fratelli An- tonio e Melchiorre d’Enrico, scesi anche loro a Roma in quell’anno. Certo è che il 16 dicembre 1607 il Bascapè, con una lettera inviata ai fabbri- cieri del santuario, invita a scrivere a qualche valsesiano a Roma, perché invii dettagliate informazioni circa il numero dei gradini che compongono la scala, le loro misure e la loro forma; inoltre il presule ingiunge che ogni paese della valle raccolga offerte per l’acquisto di un gradino. La riproduzione è fedelissima al modello romano, anche in particolari secondari, come quelli relativi alla sacra- lità di tre gradini ( il 2° , l’ 11°, il 28° ), sui quali a Roma si crede di individuare tracce del sangue di Cristo: al Sacro Monte tali scalini sono contrassegnati da una croce. L’origine e la parte architettonica La trentaduesima stazione del Sacro Monte, che raffigura Gesù condotto al Pretorio di Pilato, segue immediatamente alla Coronazione di spine, ma è rivolta verso Nord, cioè è situata in posizione ortogonale (ad angolo retto) rispetto a quest’ultima. Infatti essa fa quasi da fondale all’androne del Palazzo di Pilato, nel suo pun- to più basso, proprio ai piedi della Scala Santa, e sorge, insieme alla Coronazione di spine, nella zona in cui precedentemente, ossia originariamente, doveva tro- varsi la Grotta del Getsemani, che era rivolta però dalla parte opposta, ossia verso Mezzogiorno, lungo la Valle di Giosafat. Le vicende della cappella si differenziano molto da quelle più comuni in nu- merosi piani di ristrutturazione del Monte, elencati in tante guide tra le opere da farsi, realizzati poi dopo molto tempo, ed a volte rimasti solo un “pio deside- rio”, come per esempio le Nozze di Cana. La Salita al Pretorio non è invece presa in considerazione in nessuna delle guide del Cinquecento, dalla prima del 1514 all’ultima del 1599, non la preve- de l’Alessi nel “Libro dei Misteri”, non vi pensa il Bascapè nelle sue numerose visite nell’ultimo decennio del secolo, né nella lettera inviata ai fabbricieri il 1° 364 Cappella - 32
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