GAUDETE FRINGE: LE DONNE CHE FECERO L’IMPRESA

GAUDETE FRINGE: LE DONNE CHE FECERO L’IMPRESA

LARA GOBBI PRESENTA IL LIBRO DEDICATO ALLE IMPRENDITRICI LOMBARDE

 

Un inedito “Gaudete Fringe”, frange, intessuto di sinestesie di linguaggi diversi, è stato l’indiscusso protagonista di una ricca serata, venerdì 30 giugno, nel salone di Casa Turcotti, ospiti di Marinella Mazzone, fondatrice del Centro Studi Turcotti, dedicato alla memoria del marito Giovanni. Accanto alla musica, affidata al pianoforte, suonato dal talentuoso pianista varallese Bruno Tasso, e al canto delle eleganti soprano Fulvia Campora e Paola Ferracin, è stata proposta la presentazione di un libro tutto al femminile: Le donne che fecero l’impresa, dedicato alle donne lombarde, pubblicato dalle Edizioni del Loggione, casa editrice fondata da Katia Brentani e Massimo Casarini: “Il sottotitolo: Nessun pensiero è mai troppo grande, si spiega perché solo osando si realizzano grandi progetti come quelli narrati nel testo, che raccoglie le storie di signore lombarde che, grazie ad ambizione e talento, emersero in campi molto diversi del sociale. Il racconto è stato affidato ad autrici che, oltre che di penna, si sono munite di pazienza per compiere difficili ricerche d’archivio, attingendo spesso anche alla tradizione orale di chi conserva lontani ricordi e di chi ne aveva sentito parlare per la grandezza dei traguardi tagliati”. Il libro è dedicato a Laura Prati, Sindaco di Cardano al Campo, un Comune in provincia di Varese, che quattro anni fa, il 22 luglio 2013, fu uccisa da un ex vigile, sospeso dal lavoro a seguito di un processo: “Era una donna speciale che aveva fatto molto per venire incontro alle esigenze delle donne, dedicando loro attenzione sociale e culturale”. L’editrice ha sottolineato: “Volevamo dare visibilità a donne di cui quasi nulla si sa, seppure abbiano fatto moltissimo. Così, alcune scrittrici del territorio hanno accolto la sfida e le hanno ‘reinventate’ introducendo elementi di fantasia, senza tuttavia snaturare le loro biografie. Nell’inchiostro c’è la loro percezione filtrata da emotività e suggestione. Emerge come l’industria, sempre declinata al maschile, ha avuto invece un forte impulso femminile, fondamentale in termini di precisione, lungimiranza, coraggio. Le donne hanno più fantasia, creatività, capacità di recepire i bisogni. Il primo volume di questa collana era stato dedicato alle donne dell’Emilia Romagna, poi si era proseguito con le donne lombarde, sono quasi pronte le donne piemontesi e nell’immediato futuro ci si occuperà delle marchigiane e delle laziali, fino ad arrivare a coprire l’intera penisola”.

Lara Gobbi, dopo aver ringraziato Mara Colombo e Marinella Turcotti per aver “ospitato” il libro  ed alcune delle autrici, per parlare di donne importanti, che hanno fatto grandi cose, ha sintetizzato i contenuti del volume: “Diciotto racconti per venti donne emblematiche nella storia del Novecento, caratterizzate da ingegno, creatività, coraggio, emerse in ambiti diversi della società, raccontate da altrettante donne del presente, che hanno fatto emergere come per le donne spesso non esista l’antitesi vita-lavoro, ma confluiscano in un unico armonioso fluire lavoro e famiglia, un binomio difficile da gestire, ma forse per questo molto intrigante”. Lara ha saputo anche far emergere la singolarità dell’uso del racconto letterario accanto ad una sintetica biografia: strumento efficace che rende la lettura molto più vivace, creando un ibrido tra saggio e romanzo, coinvolgendo le autrici presenti in un dialogo vivace e serrato.

In copertina una bella immagine delle sorelle Giussani, Angela e Luciana, le ideatrici del fumetto Diabolik, raccontate da Sara Magnoli. Luisa Parasacchi costruiva bobine industriali e le trasformò in inediti oggetti d’arredamento: “Ecco, ora sapete cosa ci faccio qui, io, Bo.Bi, in una vetrina di libri per bambini…”come racconta Emanuela Morani. Sara Pellizzari ha presentato Eugenia Alberti, prima donna designer e prima donna chiamata ad insegnare architettura al Politecnico di Milano. Il percorso di Lara è poi approdato ai libri, in cui si muove con grande scioltezza: Adriana Duchini era proprietaria di una storica libreria a Gallarate a metà degli anni Quaranta, caratterizzata dalla presenza di musica, proveniente dal vicino negozio di dischi, gestito dal figlio. Marcella Magnoli ha costruito una storia più grande: “Che i libri non possono e non vogliono tacere”. Susi Soncin, bibliotecaria di Galliate si è occupata di Rosellina e Francesca Archinto, due donne, madre e figlia, che hanno rivoluzionato l’editoria per ragazzi. Rosellina ebbe cinque figli e negli anni Sessanta fondò la Emme Edizioni, rivoluzionando l’editoria per ragazzi con l’arrivo di traduzioni dall’estero, Francesca invece ha fondato la Babalibri, specializzata nella pubblicazione di albi illustrati per bambini in età pre-scolare. Tra tante voci femminili si è levata anche una voce maschile quella di Enrico, il compagno di Laura Marelli, modista, che modellò cappelli per donne delle case reali e donne del mondo dello spettacolo, ma soprattutto seppe rendere belle ed affascinanti tutte le donne, facendo loro indossare il cappello più adatto alle loro personalità.

Per scoprire le altre protagoniste del libro non resta che sfogliare le pagine di questa singolare antologia, lasciandosi trasportare dai racconti.

Mara Colombo ha sottolineato che per questa serata così particolare non era stato richiesto il consueto biglietto, preferendo raccogliere delle offerte destinate alle attività del Centro Studi Turcotti, e ha ringraziato gli sponsor che continuano a credere in questo Festival, presentando Paola Frigiolini di Mediolanum.

Marinella Mazzone ha accennato ad uno dei progetti cui il Centro Studi sta lavorando: il riordino degli archivi di Don Luigi Franco, un sacerdote molto legato agli Scout, che sarà collocato nella sede Scout di Agnona, messa a disposizione dalla stessa Marinella.

A tutte le protagoniste della serata è stato offerto un bouquet di fiori avvolto in carta da musica.

L’alternanza della letteratura e della musica è stata molto piacevole, così come la scelta dei brani musicali fatta da Mara Colombo, Direttrice artistica del Festival Gaudete, ma soprattutto anima, che ha scelto musiche francesi tra fine Ottocento e inizio Novecento, di grande orecchiabilità. Fulvia Campora, oltre a dar voce, ha interpretato in modo ammiccante e sorridente, ricreando quella particolare femminilità che conteneva già le premesse dell’emancipazione femminile. Il duetto finale Campora – Ferracin è stato davvero un virtuosismo di armonia, in cui le voci si intersecavano e creavano la magia di un dialogo di note: Au Printemps di Edvard Grieg è stato dedicato a Luisa Festa Raiteri, indimenticata insegnante di musica a Borgosesia, e il marito Ovidio Raiteri ha voluto omaggiare il Maestro Tasso con uno spartito appartenuto alla moglie: Il conte di Lussemburgo di Franz Lehar.

Al termine Bruno Pasqualin, che cura Gaudete in Arte, l’affascinante connubio della musica antica con l’arte contemporanea, ha  concluso la serata ringraziando le donne della cultura valsesiana, e in particolare Franca Tonella Regis: “Che per anni ha saputo costruire con tenacia e determinazione una storia delle donne in Valsesia, caratterizzando fortemente la sua presenza come Presidente della Società Valsesiana di Cultura”, Lara Gobbi: “Dimostrazione di come la cultura spesso diventi un problema”, Marinella Mazzone: “Perché la cultura ha bisogno di spazi aperti”, l’insegnante Amalia Scarcella: “Che ha portato cultura in Valsesia”, Mara Colombo: “Che con forza e intelligenza ha tagliato il traguardo del decimo anno di Festival”. A sorpresa è poi comparsa una grande torta illustrata, che è stata offerta a tutto il numeroso pubblico, accompagnandola con un brindisi augurale.

Piera Mazzone

 

 

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