su LA STAMPA un articolo sul Sacro Monte – Il Mecenate del Sacro Monte innamorato del “Tibet alpino”

su LA STAMPA un articolo sul Sacro Monte – Il Mecenate del Sacro Monte innamorato del “Tibet alpino”

Da “LA STAMPA” di mercoledì 25 Gennaio – qui l’Articolo Originale di Maria Cuscela

Il Mecenate del Sacro Monte innamorato del “Tibet alpino”

Un artista svizzero restaura le cappelle di Varallo

«Un Tibet alpino, un luogo di meditazione in montagna, una candela nella Controriforma». È il 2004 e Balz Baechi, turista svizzero appassionato di musica e arte, visita il Sacro Monte di Varallo Sesia, le 44 cappelle cinquecentesche popolate di statue e affreschi volute dal frate francescano Bernardino Caimi. Cammina lungo questo percorso di devozione sulla parete di roccia che richiama i luoghi della Terra Santa e ne resta folgorato. Al punto da finanziare, negli anni, attraverso la fondazione che porta il suo nome e quello della moglie Isabel Pardo de Leygonier, il restauro di tre cappelle: nel 2012 e nel 2013 quella del «Battesimo di Cristo», nel 2014 «Cristo avvolto nella Sindone» e infine la «Strage degli innocenti», una delle più conosciute per la rappresentazione del «teatro della crudeltà». I lavori, in questo caso, verranno completati entro l’autunno del 2018.

 La scoperta

«E’ stata la scoperta di una “Gesamtkunstwerk” (un’opera d’arte totale, ndr) uomo-natura» racconta Baechi, che ad oggi ha investito 600 mila franchi svizzeri per garantire il futuro della Gerusalemme valsesiana. «Per me il Sacro Monte – continua – è un monumento alla frontiera con il Protestantesimo».

L’unico limite imposto dalla Fondazione Isabel & Balz Beachi, attiva dal 2000 e con un patrimonio costituto da quello personale dei due coniugi, è che ad eseguire i restauri siano operatori svizzeri: al Sacro Monte di Varallo Sesia se ne occupa la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (Supsi) con cantieri che si svolgono soprattutto nei mesi estivi. Isabel, un passato nel campo della moda e negli ambienti diplomatici, e Balz, pittore, designer e musicista, per il loro importante intervento riceveranno la cittadinanza onoraria di Varallo. Un riconoscimento che era già arrivato negli anni scorsi da Morbegno, in provincia di Sondrio, dove la Fondazione Baechi ha investito nel recupero di Palazzo Malacrida e della chiesa di San Giovanni.

La passione

A muovere Balz Baechi è sempre stata la passione, motore di un uomo che a 79 anni non dà nulla per scontato: «Suono il flauto da quando avevo 10 anni – si racconta -. Prendo lezioni con costanza e tengo concerti. Il mio amore per l’arte è nato quando ero giovane. Nella mia classe, negli Anni 50, sono stato l’unico a decidere di non andare all’Università per scegliere un tirocinio da grafico». Oggi vive a Zollikon, nel Canton Zurigo, a bordo lago: «Sono orgoglioso di quanto ha fatto la Fondazione, che mi auguro possa continuare anche dopo di me e mia moglie». E se il Sacro Monte per Balz è un «Tibet alpino», la Fondazione Baechi è intervenuta anche nella patria del Dalai Lama: «Abbiamo partecipato al restauro di templi dell’antico regno di Guge, unici stranieri ad avere il permesso di restaurare». Folgorati ancora una volta dal silenzio e dalla meditazione.

di Maria Cuscela

Articolo Originale su LA STAMPA

1024x576@LaStampa.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *