Page 67 - Libro Sacro Monte di Varallo
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Essa è così simile, vera sorella gemella, nel volto e nelle mani, nell’espressione e nel modellato alla statua lignea della Maddalena presso il Santo Sepolcro, da venir a riconfermare con piena evidenza il passaggio da poco, anzi appena avve- nuto, in Gaudenzio dalla scultura lignea alla terracotta, e quindi un’esecuzione immediatamente successiva alla pubblicazione della guida del 1514. Il gesto però così caratteristico ed inconsueto della Vergine di volgersi verso i riguardanti (né Gaudenzio poteva disporla con lo stesso atteggiamento chino e devoto rivolto verso il Bambino, che avrebbe dovuto poco dopo darle nella vicina nicchia della Natività per evitare una ripetizione) originò una leggenda narrata dal Fassola, sempre alla ricerca di fatti miracolosi e di avvenimenti straordinari per stupire l’ingenuo visitatore, ripetuta poi anche dal Torrotti e da altri. La statua dunque avrebbe dovuto in origine essere volta verso il Bambino po- sto nella mangiatoia, ma nel momento in cui sentì le campane che cominciava- no a suonare per l’elezione al pontificato di papa Innocenzo X (ossia nel 1644) si sarebbe voltata in segno di approvazione verso i pellegrini che visitavano la cappella. Secondo il Torrotti poi sarebbe stata rimessa nella posizione originaria, ma si sarebbe nuovamente rivolta verso i fedeli. Purtroppo, sia per il Fassola che per il Torrotti, però, già nella xilografia intagliata per la guida del 1611 da Giovan- ni Teodosio Coriolano, che rappresenta questa cappella, la figura della Vergine presenta lo stesso atteggiamento che ha tuttora. Completa l’intensa ed esaltante scena statuaria, su cui si concentra tutto il peso dell’azione, mancando nella cappella la presenza degli affreschi, il piccolo gruppo dei quattro vivaci angioletti svolazzanti e musicanti in semicerchio sulla parete di destra al di sopra della mangiatoia e del nastro con la scritta «Gloria in excelsis Deo et in terra pax». Tra essi (due purtroppo furono rubati nel marzo dell’82), spicca quello che suona un piccolo violino in legno, modellino di particolare interesse per la storia degli antichi strumenti musicali e per la conoscenza di Gaudenzio musico. Egli venne infatti celebrato dal Lomazzo nel 1590 oltre che come pittore, plastica- tore, architetto, ottico, filosofo naturale e poeta, anche quale “sonator di lira e di liuto”. Di epoca posteriore, molto probabilmente del Seicento, di autore ignoto e di esecuzione più pesante sono gli altri vari gruppi di angioletti svolazzanti e suo- nanti tra nubi intagliati in legno ed applicati qua e là sulle pareti. Secondo I’A- rienta sarebbero invece del Cinquecento. ma della fine del secolo. Egli suppone poi, senza darne tuttavia la ragione, che possano provenire dalla Chiesa Vecchia, Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 67
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