Page 61 - Libro Sacro Monte di Varallo
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guglia a forma di cono, dalla struttura inusitata, affascinante trasposizione in architettura di fantasiose creazioni pittoriche che richiamano pittoreschi copri- capi di fate e di personaggi che compaiono sugli sfondi della cavalcata dei Magi e della cappella del Calvario. Nel suo interno pende una stella dorata, che secondo l’ingenuo Fassola capovolgendo i fatti, avrebbe determinato l’esigenza di aprire il lucernario per potervi essere contenuta. Anche la finestrella in cima alla scaletta di sinistra penso sia stata aperta nello stesso momento e con lo stesso scopo della lanterna. Per proteggere poi il gruppo dell’Adorazione dei pastori, collocato nel picco- lo vano di destra (a Betlemme sacro ai Re Magi) venne costruito un parapettino da una colonna all’altra. Cento anni dopo, nel 1614, proprio per dare accesso diretto alla grotta senza attraversare la gaudenziana cappella dei Magi, che ave- va occupato lo spazio antistante alla porta aperta verso nord, per incarico del fabbricere Gerolamo d’Adda, viene costruito dal capomastro Viana di Cam- pertogno, l’androne che fiancheggia sul lato occidentale quella cappella e si apre così al fondo di essa l’attuale porta d’ingresso alla Cappella della Natività: una nuova ferita, dunque, nella sua parete sinistra. In tempi più recenti infine, per impedire l’accesso alla parte più nascosta del- la cappella, quella occidentale, viene posta una cancellata che purtroppo inter- rompe l’unità spaziale dell’ambiente. A differenziare infine la grotta varallese da quella di Betlemme c’è poi la pre- senza del gruppo scultoreo già ricordato come opera di Gaudenzio dalle guide del 1566 e 1570 e poi sempre riconosciutegli da un’ininterrotta tradizione ac- colta da tutta la critica più recente per il suo inconfondibile palpitare di dolcis- simi affetti e per la sua commossa liricità. Il soggetto tanto caro all’animo di Gaudenzio che molte volte l’ha raffigu- rato in pittura, sempre con altissimi accenti di devoto e trasfigurante raccogli- mento interiore, raggiunge qui la sua più alta espressione nella spoglia umiltà della grotta, nell’armoniosissimo convergere adorante nell’angusto spazio della nicchia della Madonna e di S. Giuseppe avvolti nei ridondanti ritmi ammatas- sati e curvilinei dei loro panneggi verso il Bambino purtroppo rubato nel 1852 e sostituito ben presto da una copia in legno dello scultore Giovanni Longhetti su modello di Giuseppe Antonini. L’esecuzione del gruppo secondo il Mallè dovrebbe collocarsi attorno al 1512-13, ma non essendo ancora ricordato nella guida del 1514, bisogna rite- nere che sia di qualche tempo posteriore e quindi databile non prima del 1515, quindi attorno al 1516-16, cioè venti anni almeno dopo l’erezione della grotta Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 61