Page 313 - Libro Sacro Monte di Varallo
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prima della morte, dovesse proprio riguardare l’elaborazione di un piano or- ganico e completo per la parte concernente i misteri della Passione di Cristo. Scomparso repentinamente il Borromeo, tutto rimane sospeso per qualche anno. Poi avviene una certa ripresa, documentata appunto nella guida dell’89 col proposito di aggiungere agli alti misteri già preventivati, anche il Palazzo di Erode. Poco dopo compare sulla scena della Nuova Gerusalemme varallese il grande vescovo di Novara, Carlo Bascapè, discepolo e familiare di S. Carlo fin dal 1575. Egli, nominato vescovo della diocesi novarese e quindi responsabile diretto del Sacro Monte in forza delle costituzioni emanate da Sisto V, deve aver sentito non solo come suo dovere di vescovo, ma come un obbligo, anzi quasi un’eredità morale e figliale verso S. Carlo, il compito di realizzare i progetti dal Borromeo solo vagheggiati per il Sacro Monte. È per questo che vediamo con quanto zelo il Bascapè si interessa dello svilup- po della Santa Montagna varallese, quante volte la visita e come si impegna so- prattutto per innalzare appunto il complesso di misteri riguardanti la Passione, dal grandioso Palazzo di Pilato, il complesso più imponente, a quelli di Caifa e di Erode, sorti però dopo la sua morte, avvenuta nel 1615, ma grazie al suo im- pulso ed ai progetti fatti elaborare da lui. Già nella sua prima visita sul Monte, il 24 settembre 1593, stabilisce che dopo la Cattura si erigano i misteri di Gesù: “...ante Caipham in concilio seniorum, flagellatus, illusus, Pilato et Herodi oblatus...”. La situazione non muta nella successiva visita, compiuta esattamente un anno dopo, il 25 settembre 1594, in cui viene ripetuto lo stesso ordine di erigere dopo la Cattura le cappelle mancanti della Passione: “come a dire del Signore presentato ad Anna, condannato ed illuso; della Presentazione a Pilato e ad Ero- de, della Flagellazione, ecc.”. Nulla quindi si era fatto, ma nulla ancora si farà. Infatti nella terza visita, del 3 ottobre 1599 viene dato al pittore Domenico Alfano l’incarico di stendere in disegno l’ordine stabilito dal Bascapè, disegno che forse non venne mai eseguito. Si giunge così al 5 ottobre 1602, quando il Ve- scovo, salito ancora una volta sul Monte, ordina che dopo la Negazione di Pietro “ritornando indietro su l’alto, si faccia la Presentazione a Pilato dove il Salvatore sia accusato da Giudei et tornando di nuovo al basso si mostri menato ad Erode dove è illuso con veste bianca. Poi un’altra volta si ritorni al medesimo luogo di Pilato...” Si ha così il primo abbozzo di quella che sarà nei decenni successivi la realizzazione, tanto del complesso e grandioso Palazzo di Pilato, quanto di quel- lo di Erode, soprattutto dal punto di vista topografico . Seguiranno negli anni successivi altre visite del Bascapè, il cui interesse sarà Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 313