L’Italia dei Disperati nel Secondo Dopoguerra attraverso le lettere a Rosina Bazzoni

L’Italia dei Disperati nel Secondo Dopoguerra attraverso le lettere a Rosina Bazzoni

IO, LEI E GLI 85 MILIONI POSSIAMO ESSERE FELICI

Claudio Sagliaschi, storico pratese, ha trasformato in un libro avvincente come un romanzo la vicenda di Rosina Bazzoni, la trentunenne operaia di Prato Sesia che nel 1951 vinse al Totocalcio la cifra record di ottantacinque milioni: “Conoscevo ed ero amico sia di Rosina che di suo marito Franco Marcodini. Ho frequentato la loro “villa” fin dagli inizi degli anni Settanta quando incominciavo a interessarmi di storia, perché Franco Marcodini mi riforniva di libri sulla Seconda Guerra Mondiale e sui campi di concentramento. Fummo eletti insieme alle amministrative del 1975, ma non ebbimo occasione di collaborare nell’amministrazione di Prato, perché Franco morì per ictus a soli quarantanove anni. Qualche anno dopo, parlando con Rosina, venni a sapere che aveva conservato tutte le lettere che aveva ricevuto nel periodo seguente alla vincita: mi disse che me le avrebbe fatte leggere, ma non fece in tempo, perché improvvisamente si ammalò e morì il giorno di Natale del 1985, a sessantacinque anni. Grazie alla gentilezza ed alla disponibilità degli eredi, Clemente e sua moglie Maris, quelle lettere mi furono donate con allegate anche alcune fotografie d’epoca. Ricordo che quel pomeriggio tornai a casa con il mio tesoro e mia moglie e mia figlia Barbara furono subito incuriosite da quello squarcio di vita. Si fece strada l’idea di trasformarle in un libro e il titolo, tratto naturalmente da una delle lettere inviate alla milionaria, come veniva chiamata, fu subito chiaro: “Dispostissimo a sposarla perché… Io, lei e gli 85 milioni possiamo essere felici. Gradirei un cenno di risposta. Saluti e cordialità. Roki da Napoli”.

Claudio Sagliaschi, dopo aver letto e riletto le lettere, suddividendole per argomenti – problemi di lavoro o disoccupazione, ricerca di una casa, malattie che non potevano essere curate a causa della mancanza di denaro, ma anche ricordi di guerra, di bombardamenti o di prigionia, oltre naturalmente alle numerose proposte matrimoniali -, si rese conto che occorreva contestualizzarle, perché ne emergesse lo spaccato straordinario di un’epoca che valeva la pena di ricordare. Cominciò una ricerca in biblioteche e archivi per studiare gli anni del dopoguerra, che precedettero il “boom economico”. Grazie ad un amico pratese abitante a Roma e segretario nazionale dei Cartai: Piero Grazioli, che conosceva Ottaviano Del Turco, sindacalista e parlamentare, Claudio Sagliaschi riuscì a consultare due inchieste parlamentari sulla miseria e sulla disoccupazione, depositate presso l’Archivio della Camera dei Deputati. La bozza del libro nel 1996 era completata, ma fu inutilmente inviata a una ventina di editori, che immancabilmente risposero: “L’argomento è interessante, ma purtroppo non rientra nei nostri piani editoriali”. Claudio accantonò il lavoro e si dedicò ad altre ricerche che si concretizzarono in libri che sarebbe riduttivo definire di storia locale, perché riguardavano episodi e personaggi locali le cui vicende però intersecavano e interessavano la storia nazionale ed internazionale.

A Natale Sagliaschi volle fare un regalo ai suoi concittadini: pubblicò gratuitamente sul suo sito Internet una complessa ed articolata ricerca genealogica pratese dal 1700 al 1945, completata da altre ricerche storiche e decise di pubblicare a proprie spese il libro su Rosina Bazzoni, destinando il ricavato al Centro Incontro Anziani di Prato Sesia.

Il volume oggi è in libreria: ha oltre trecentocinquanta pagine, in copertina è stata riprodotta la Domenica del Corriere del 10 giugno 1951, illustrata da Walter Molino, che raffigura Rosina Bazzoni a Rimini, festeggiata all’arrivo dell’undicesima tappa del Giro d’Italia. Nell’Introduzione il curatore inquadra le lettere, che avrebbero potuto essere trasformate in un film del Neorealismo, proprio come avrebbe voluto fare un regista biellese che scrisse a Rosina. Ogni capitolo ha per titolo uno stralcio di lettera che si riferisce all’argomento trattato. Alla trascrizione delle lettere si alternano approfondimenti che l’Autore ha opportunamente inserito per orientare il lettore.

Alle “Considerazioni finali” è stata affidata un’analisi sociologica di quell’arcipelago epistolare, pubblicato perché per il curatore è importante non dimenticare quegli anni: “Quell’identico passato è tutt’ora presente in forme simili in buona parte del mondo”.

L’epilogo della storia di Rosina non fu felice: si sposò, ma il suo matrimonio non fu allietato dalla nascita dei figli che avrebbe tanto desiderato, morì a soli sessantacinque anni, la metà dei quali passati in povertà. Forse nessuna di quelle lettere ricevette mai risposta, perché Rosina era troppo impegnata nella realizzazione dei suoi sogni più immediati e quando le riprese in mano, troppo tempo era ormai passato. Solo uno storico attento e appassionato come Claudio Sagliaschi poteva riprenderle e pubblicarle con grande rispetto per quelle disperate richieste provenienti da un’Italia che faticava a trarsi fuori dalle pesanti conseguenze di una guerra che aveva diviso il paese. Il libro si chiude con una poesia dedicata a Rosina da un ricoverato del manicomio giudiziario di Reggio Emilia, scritta solo sei giorni dopo la vincita, caratterizzata da una straordinaria lucidità e preveggenza.

La presentazione ufficiale del volume avverrà sabato 18 marzo 2017 alle ore 15,30, presso il salone del Centro Incontro Anziani di Prato Sesia in via De Amicis (a lato del campo sportivo). Parlerà lo storico Alessandro Orsi, che si avvarrà della collaborazione dell’attrice Alice Salvoldi per la lettura di alcuni brani significativi della corrispondenza pervenuta a Rosina Bazzoni.

Piera Mazzone

IMMAGINI

  • La copertina del libro;
  • Rosina Bazzoni;
  • Claudio Sagliaschi.

Rosina Bazzoni

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