Incontro organizzato dal club SOROPTIMIST di Borgosesia – Matteo Andreona parla dell’umorismo

Incontro organizzato dal club SOROPTIMIST di Borgosesia – Matteo Andreona parla dell’umorismo

Il Club Soroptimist di Borgosesia, presieduto da Brunella Galloppini, mercoledì 15 febbraio, ha organizzato in Biblioteca un incontro aperto a tutti, tenuto da Matteo Andreone: “Licenza di ridere – le risorse dell’intelligenza umoristica per il benessere e la crescita personale e sociale”.

Matteo Andreone è un vercellese dalla personalità poliedrica, come emerge da una sua recente intervista: “Sono un formatore d’azienda con un passato recente (che ogni tanto ritorna) di attore, autore, regista e docente di teatro. Nel 2001 sono stato tra i fondatori dell’Accademia Nazionale del Comico, per la quale ho diretto la sede di Milano fino al 2013. In Accademia ho avuto la fortuna di collaborare con la maggior parte degli attori e autori comici italiani oggi diventati molto popolari. Dal 2005 mi occupo di formazione e sviluppo delle risorse umane, utilizzando l’umorismo applicato alle relazioni sociali e alle dinamiche professionali. Dal 2008 sono membro dell’International Society for Humor Studies, fondazione americana che finanzia ricerche sull’umorismo con sede presso la Holy Names University di Oakland, scrivo in collaborazione con Rino Cerritelli, saggi sull’intelligenza umoristica applicata. Nel 2012 ho pubblicato il mio primo libro sull’umorismo d’impresa, scritto a quattro mani sempre con Cerritelli, intitolato Una risata vi promuoverà, seguito da: “Lezioni di comicità” e da: “Humour writing step by step”.

La serata – ha ricordato Brunella Galloppini – è nata per mettere a fuoco il diritto e dovere dell’uomo contemporaneo di utilizzare al meglio la risorsa dell’umorismo come codice per interpretare la realtà e come stile privilegiato per comunicare.

Andreone ha subito coinvolto il numeroso pubblico in una conversazione condotta in modo amichevole, approfondendo concetti che all’apparenza erano quasi banali nella loro semplicità: “Attraverso l’umorismo ci si raffronta con gli altri e si affinano gli strumenti per comunicare con gli altri: paradossalmente l’obiettivo principale non è far ridere, ma il processo creativo che porta allo sviluppo dell’umorismo, è quel momento magico in cui si riesce a relazionarsi agli altri senza parole, se cerco di sezionarlo nelle sue singole componenti, l’umorismo si spegne, si incupisce. Mettendo in atto l’“umorismo relazionale” si crea una buona atmosfera di comunicazione, ascoltando quello che dicono le persone intorno a noi”. Dato per scontato che possedere il senso dell’umorismo aiuta a sdrammatizzare la realtà, non prendendosi troppo sul serio, e analizzando il significato della parola umorismo, che significa letteralmente allineare il proprio umore con quello degli altri, Andreone è poi arrivato al ”pensiero umoristico”, quello che ci fa ridere delle cose, dalle più piccole a quelle più gravi, quasi come se ridere potesse in qualche modo esorcizzare la realtà: “Lo stesso Papa Bergoglio utilizza spesso l’umorismo, cercando di allineare se stesso con gli altri”. Andreone ha segnato le distanze dell’umorismo dei comici che proliferano e vanno per la maggiore, ricordando che quelle battute sono studiate, provate, utilizzate per creare lo spettacolo: “I comici sono le persone con meno senso dell’umorismo, spesso non posseggono l’autoironia, esercitano piuttosto un umorismo unidirezionale non relazionale, mentre è proprio questo tipo di umorismo che abbatte le barriere tra noi e chi ci sta di fronte”.

Dopo aver sviluppato alcune concetti di base sull’umorismo, che ha la stessa funzione del gioco nei bambini: “Significa continuare ad imparare senza demoralizzarci per gli errori o gli insuccessi”, Andreone ha coinvolto il pubblico proponendo semplici forme di interazione: la presentazione, la creazione di contatti fisici e verbali. E’ stato anche chiesto di fare un complimento e di riceverlo, il che imbarazza molto le persone, perché nel nostro mondo occidentale siamo più abituati a sentirci dire ciò che non sappiamo fare.

Il passo successivo è stato quello di invitare i presenti a sforzarsi di guardare le cose note in modo assolutamente ingenuo, in senso etimologico, scoprendo associazioni di idee sorprendenti: “Imparare a ristrutturare la realtà, è un modo per superare le normali difficoltà della vita, l’umorismo aggancia la realtà e la trasforma”.

Nelle società più evolute si ride di più, perché si sono ormai raggiunti certe soglie di benessere, certe aspettative sono state superate e quindi ci si può fermare a ridere, utilizzando quest’arma estremamente potente: “In Italia da Andreotti in poi l’umorismo è stato un elemento del potere”.

A conclusione della serata Andreone ha sottolineato che l’umorismo non è qualcosa di innato, ma è una competenza che quando viene acquisita ci aiuta ad affrontare la vita: “Le situazioni comiche ci circondano da quando nasciamo, sono tutto ciò che succede, le persone che vediamo, le parole che sentiamo. Sta a noi, e al nostro senso dell’umorismo, più o meno allenato, coglierle. Basta un poco di allenamento”.

Tutti sono usciti con il sorriso.

Piera Mazzone

IMMAGINI

  • Matteo Andreone;
  • Matteo Andreone e Brunella Galloppini;
  • Pubblico

Matteo AndreoneAndreone Galloppini  Pubblico 2

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