Page 81 - Libro Sacro Monte di Varallo
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sta sistemazione, né poco dopo il Torrotti (1686), né le guide della prima metà del Settecento. È solo con l’opera del Bartoli del 1777 che compare per la prima volta il nome di Fermo Stella da Caravaggio, riportato poi, come di consueto, in tutta la letteratura successiva, quasi fino ai nostri giorni. Si tratta però di una notizia eccessivamente tarda, di oltre due secoli poste- riore ai lavori e già per questo poco attendibile. Risulta al contrario dal “Memo- riale” del 1572, come si è visto, che il gruppo della Madonna col Bambino era preesistente rispetto all’Angelo ed al S. Giuseppe, provenendo dalla gaudenzia- na cappella già della Santa Casa di Loreto, e ciò è evidente anche per lo stile. Pure diverso è il materiale in cui sono state realizzate le statue: infatti, mentre il S. Giuseppe e l’Angelo sono in stucco, la Madonna è in terracotta fino al busto ed in stucco solo nella parte inferiore. Certo in origine doveva essere interamente in terracotta e la parte in stucco non è che un rifacimento resosi necessario in seguito ai danni subiti nel trasferi- mento della statua da una cappella all’altra, rifacimento evidentemente eseguito dallo stesso scultore che plasmò il S. Giuseppe e l’Angelo. Cosi pure in origine la Madonna doveva avere il capo ricoperto dalla parrucca ad imitazione dei capelli veri, sui quali era posta una corona, come si vede nelle antiche xilografie. In un momento non precisato la parrucca venne sostituita da un breve velo con un piccolo bordo di capelli, tutto in gesso, come un casco, su cui venne ri- collocata la corona che vi rimase fino ad anni recenti (sul tergo della statua una scritta “A.F. 1741” che si leggeva prima dei recenti restauri, segnava forse la data di questo intervento?). Nel 1914 il Galloni che scopri e pubblicò il “Memoriale” del 1572, assegnò per la prima volta questo tenero ed affettuosissimo gruppo statuario a scuola gaudenziana. Ma più recentemente il Testori, seguito dal Mallè, lo ha rivendi- cato giustamente allo stesso Gaudenzio, che l’avrebbe eseguito in un momento prossimo al gruppo della cappella di Loreto a Roccapietra, datato dal Testori stesso al 1513-15; il Mallè colloca a sua volta l’esecuzione attorno al 15. Certo l’affinità stilistica del gruppo così palpitante e commosso con la Madonna della Presentazione al Tempio, che per varie ragioni abbiamo datato attorno al 1516- 17, è strettissima. Considerando però che l’edificio dell’attuale Annunciazione da dove proviene, non esisteva ancora nel 1514, né a quella data si pensava anco- ra di erigerlo, e che quindi deve esser stato eretto qualche anno dopo, presumi- bilmente verso il 1520, bisogna ritenere che anche il gruppo statuario sia stato modellato attorno a quella data, ossia poco prima della grande impresa della Crocifissione. Per sfogliare il libro cliccare col mouse sugli angoli delle pagine e trascinare i fogli 81
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