Page 99 - AIUTARE LE ANIME ET IL GOVERNO EPISCOPALE
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cose picciole, così nelle cose piccole ci castighi, et qui in cunctis delinquimus in cunctis ferimur et è una buona occasione di schivar molto purgatorio, che con i piccioli mancamenti si merita, con offrire picciole soddisfattioni: però ho risoluto di sopportar fin che posso questo picciol fastidio et offerirlo a Dio con questo fine e con gusto. Oltre ciò, questa è una buona compensatione per i spiriti fiacchi come son io, che non fanno gran penitenze, come si notò nell’altro sentimento per sopportar il caldo e la languidezza... Infine desiderar, che siccome questi animaletti leggermente pungono per succhiar il sangue: così più volontieri si darebber le carni e le ossa a’ leoni perché se ne sfamassero e tutto il sangue alle tigri perché si satiassero, come Giesù ha datto tutto il suo per me. E questo mi par il modo di moltiplicar il talento et cavare dalle picciole occasioni grande guadagno. Mi sentivo confuso di credermi senza frutto doppo tante gratie di Dio e pensavo che ciascuno vole che le sue cose fruttifichino. Il banchiero aspetta le usure de’ suoi danari; il contadino il raccolto di sua semenza; il vignaiuolo la vindemia della sua vigna; il giardiniero i frutti della sua pianta; il maestro il profitto del suo scolaro ect., et io non havevo da dar a Dio frutt’alcuno in merito d’esser reciso qual pianta inutile ect...Godiamo il tempo e l’occasioni picciole... ”.
Le “Cinque sorti d’amore”
Meritano una particolare menzione le profonde riflessioni di Quagliotti sull’amore da riservare al divino Diletto, probabilmente maturate durante la Quaresima del 1613 e scritte certo alcuni mesi più tardi, forse proprio durante la tarda estate o l’autunno di quell’anno314. Lasciamo parlare Francesco: “Un giorno del Giovedì santo apparecchiandomi alla ss.ma comunione mi si offersero questi cinque atti d’amore. Primo: amor innocente, il quale nasce dal fondo d’un’anima felice che non ha mai offeso l’amabilissimo suo Dio e questo piace assai al Diletto, perché è il fior del cuore, le primitie della volontà che non ha saputo cosa sia male e di primo lancio erumpit in bonum, anzi, in optimum, che è quest’atto d’amor di Dio: come l’innocente terra del paradiso, che si aprì la prima volta in produr fiori, piante et herbe che furono le migliori sijn mai statte ect. Hor io già non l’ho potuto far nascere sul mio, o almeno mi unisco a tanti innocenti che amaron Dio prima d’haverLo offeso e desidero ardentemente, se mi fosse concesso, il beneficio di retrotrahere gl’atti miei, che il mio amore spuntasse al primo lampo della mia ragione, al primo moto che fece in me la gratia, avanti che io sporcassi questo fundo che, come cosa di Dio, doveva fruttar a Dio atti purissimi di santo amore. Voglio per l’avvenire che il mio amore sij amor innocente usando gran cautela su tutti i movimenti dell’anima, acciò restando essi regolati non si macchi la stola ricuperata per via de’ ss. Sacramenti, né molto né puoco.
314 Come si vedrà poco oltre, nel quinto tipo d’amore, quello “trasformativo”, sarà proprio Francesco a spiegare come gli fosse già capitato di riflettere sul totale spoglio e annientamento di sé: “...già detto e conosciuto negli essercitj spirituali”.































































































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