Page 100 - AIUTARE LE ANIME ET IL GOVERNO EPISCOPALE
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2°. Amor vergine, il quale non ammette consortio di altri amori, non dico solamente profani ma qualunque sijno terreni o ancora sacri, se si può dire, che per qualche rispetto non mirino puramente Dio, ma in compagnia di Lui vi mischino qualche altro oggetto o del proprio gusto, o del proprio interesse, anche della gloria celeste in quanto riguarda il mio commodo; perché questa fiamma purissima, se si pasce d’altra esca che di Dio purissimo non riesce così chiara e limpida ma diventa crassa e s’intorbida per ragione dell’alimento che la nodrisce, il quale, se è cosa creata, per conseguenza ha sempre dell’impuro in quanto questa parola significa mistion di terra o d’altro che non sia Dio, nel qual senso parlò Tomaso da Kempis.
Pura sint omnia non pensamus. Questo ha da essere il mio amore secondo i semi già gittatimi prima d’adesso in cuor da Dio con i sentimenti della perfetta nudità et annichilamento interiore, acciò nella mia stanza non entri altro che Dio puro...
3°. Amor zelante. Questo non può amar il Diletto senza risentirsi delle sue offese e patire per le sue perdite et anelare a’ suoi acquisti, perché amare est velle bonum315 e per l’amore vole tutto il bene che puol volere al suo Dio. Et perché il bene intrinseco di Dio sol si può volere inefficacemente perché non Gli si può dare, et il male intrinseco sol si può temere per ignoranza di chi non sa, che non può perdere un punto della sua felicità, per ciò si teme il mal estrinseco, che è la gloria che Gli proviene dall’osservanza delle sue leggi et consiglij et dall’accrescerGli gente che Lo tema e Lo ami con perfettione, che questi sono i beni ch’io Gli posso dare se ben Egli non ne abbisogni. Deus meus es Tu, quoniam bonorum meorum non eges316: pure, sicome Gli stanno anche bene in casa et Egli se ne compiace, così quest’amore se ne rallegra quando Gli ha, s’attrista quando i ladri de’ peccatori Glieli rubbano, s’infiamma a procurarGlieli e si sente a rodere se non gli riesce: zelus domus tua comedit me et obbrobria exprobrantium tibi ceciderunt super me317. Che questa è la natura et il peso che porta seco l’amore per far suoi anche i mali dell’amato.
4°. Quindi ne viene l’amor penoso, perché senza l’amare, senza patire non merita nome così nobile qual è quel dell’amore. L’amor di Dio lo fé diventare possibile per mezzo dell’assunta humanità per provare le nostre pene in attestato del suo amore; né si da adesso più amor di Dio che non sij amor piagato, amor lacero, amor amareggiato da’ fieli, da’ tedij, da tristezze et da agonie, e però è forte come la morte. Per un’etternità Iddio m’amò senza pena. Per molti secoli il suo amore non Gli costò una puntura di spilla, ma quasi parendoli che questo fosse un amor freddo ha voluto che l’incarnatione et passione infiammassero nel proprio sangue sì che Sponsus sanguineus tu mihi es318, o mio Dio. Così voglio che sia il mio amore verso
315 “Pro ut amare est velle bonum alicui, et gaudere est quiescere voluntatem in aliquo bono habito”: la citazione è tratta da Tommaso d’Aquino, Summa theologiae, quaestio IX, pars prima: De voluntate angelorum in quatuor aticulos divisa, art. IV: Utrum in angelis sit irascibilis et concupiscibilis.
316 Salmo 15, 2: La sacra Bibbia cit., p. 538.
317 Salmo 68, 10: La sacra Bibbia cit., p. 563.
318 Si tratta forse di una rielaborazione di un brano di Anicio Manlio Severino Boezio ripresa dal sacerdote olandese Michiel Zachmoorter (1582-1660), allievo al Collegio ecclesiastico di Douai con il già citato Benet of Canfield ed esponente di quel misticismo nordeuropeo fortemente avverso al protestantesimo e autore di uno scritto che, sia pure successivo alla morte del nostro, potrebbe essere stato preceduto da studi, stampe parziali e fogli volanti forse in