Page 92 - AIUTARE LE ANIME ET IL GOVERNO EPISCOPALE
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Per loro ad esempio, l’uomo era anzitutto un peccatore totale, assoluto, cosmico e la loro spiritualità, che dagli studiosi è stata con ragione definita quale astratta e contraddistinta da una potente, esplicita volontà di annientamento della propria personalità, del proprio ego umano e interiore, era vòlta a una sublimazione mistica della propria esistenza terrena. Il contatto con Dio e con suo Figlio – incarnatosi per la salvezza di un’umanità vista allora solo come perversa e peccatrice, e altrimenti irrimediabilmente perduta – era possibile sì attraverso la gerarchia ecclesiastica e principalmente mediante il sacramento dell’Eucaristia, ma anche grazie al ritiramento, al silenzio, a una elevata, raffinatissima essenzialità della propria vita completamente abbandonata al e annullata nel mistero della divinità, mistero cui si poteva pervenire nell’estasi silenziosa di quell’orazione mentale tanto cara al Quagliotti.
Ricontrolliamo allora tra le parole, le righe e i pensieri di Francesco de’ Marconi Quagliotti: ritroveremo agevolmente i concetti, se non addirittura le parole precise, che suggeriscono non solo e genericamente, “una” vita ritirata, abbandonata e annullata in Dio, con l’amore per il silenzio e per l’orazione silenziosa, mentale, ma illustrano con chiarezza “la” sua vita sacerdotale, prima di giungere al Collegio montano per chierici casisti e ancor più dopo, una volta giunto a S. Cristina.
Un Quagliotti teologo attento, dunque, alle più raffinate e sentite correnti spirituali del suo tempo, e non per passiva, fredda ricezione o per mera emulazione, ma con quella che non è altro se non un’appassionata partecipazione, un’adesione assai convinta. Di più: grazie alla fornita biblioteca personale e d’istituto – di cui conosciamo oltre centocinquanta titoli e di cui si dirà più avanti – è possibile affermare che la spiritualità del rettore di S.Cristina fosse sorretta o almeno mediata da una solida cultura umanistica e scritturale di base, da una preparazione teologica e da una spiritualità propriamente italiane306, dall’esperienza di vita in un contesto quale fu quello della piana novarese prima e collinare borgomanerese poi, dal contatto con amici e confratelli di una diocesi come quella di Novara, retta allora da un campione della riforma quale Carlo Bascapè.
Il caldo, il cibo, il sonno, le zanzare e “...altri piccioli animaletti”
Ma le considerazioni tanto ascetiche quanto concrete, pratiche del rettore di S. Cristina non finiscono qui. Ci si cala infatti in una realtà tanto vissuta quanto inaspettata e fatta di piccole cose, di particolari che paiono insignificanti e che tuttavia tali non sono. Minuzie di vita semplice, di campagna che ci aprono uno squarcio sulle insospettate, elevate capacità di trasposizione spirituale dell’“eccellentissimo teologo” del Collegio per casisti. I densi paragrafi di
le riflessioni di B. Papasogli, Gli spirituali italiani e il “Grand siècle”. François de Sales – Bérulle – Pascal – La Rochefocauld – Bossuet – Fénelon, Roma 1983.
306 Anche se non mancano, tra gli autori richiesti, acquistati e consultati dal Quagliotti, autori ispanici e lusitani quali ad esempio Rodriguez, Sanchez, Sa, Toledo, Granada, Maldonado, Fonseca, de la Vega, Truxillo, Diez, e germanici come Heinrich Helm e Ludolph (meglio noto come Ludolfo di Sassonia).