Page 78 - AIUTARE LE ANIME ET IL GOVERNO EPISCOPALE
P. 78
necessario fosse sicuro di sé e non si smarrisse mai mentre parlava alla folla dei fedeli dei quali era importante saper comprendere desideri, problemi, indole e mentalità.
In questo, l’“eccellentissimo theologo” Quagliotti non sembra quasi abbia avuto rivali, almeno – s’intende – per la zona e l’epoca prese qui in considerazione268. Tracce più e meno ampie dei suoi fittissimi appunti si rilevano su innumerevoli documenti, e molti ancora – purtroppo di ardua interpretazione – potrebbero essergli forse attribuiti269. Francesco scriveva ovunque, probabilmente a tutte le ore del giorno e forse anche della notte. Non si devono dimenticare e sembrano indicative, a questo proposito, persino le spese per le candele, certo non tutte impiegate ad uso propriamente sacro-liturgico. Al di là dei lacerti, dei frammenti, degli spunti, delle bozze, delle tracce, ne sono prove indubbie i suoi scritti, giunti fino ad oggi in quantità e qualità decisamente oltre la media. Se n’è accennato qui proprio per rimarcare la varietà, la molteplicità di impegni quotidiani del nostro.
Si diceva prima dei primi mesi del 1612 tanto densi di lavoro: non solo fra’ Bartolomeo ma anche, ad esempio, il curato di Soriso, don Giovanni Cucciotto, lo invitò a predicare per la Quaresima “conforme il solito” anche perché espressamente “...pregato dalli huomini” del villaggio “...havendo essi bisogno di persona che più
268 Impossibile segnalare qui in nota i singoli riferimenti: bisognerebbe valutare e infine segnalare quasi ogni singolo documento dell’intero corpus documentario, e non solo epistolare. La fitta, complessa grafia – in italiano e in latino – si accavalla, con correzioni, aggiunte, postille su quasi tutti i fogli da lui scritti o ricevuti: centinaia e centinaia di carte sul cui ‘verso’, sui cui margini sono vergate febbrilmente appunti, spunti, quando non intere prediche. In qualche sao si notano, sulla scia del metodo borromaico, i cosiddetti ‘arbores’ con stringate annotazioni che, via via sviluppate, si andavano ramificando secondo un complesso sistema di rimandi, di rinvii, di punti e sottopunti da questi derivati che, sulla carta, davano l’idea di un complesso di intricate radici: sul modello borromaico di ars concionandi, quasi certamente mutuato anche – e certo non solo - da Francesco, si veda Carlo Borromeo,“Arbores de Paschati”, a c. di C. Marcora, Roma 1985.
269 Dei suoi innumerevoli sermoni ricordiamo qui almeno i titoli dei pochi che si sono conservati, tra originali e copie, in AONo, cart. 2: Sui cinque pani (circa la necessità, per tutti, di purificarsi), Sul cieco nato (dalla cecità fisica a quella morale), Sul figlio della vedova di Naim, Sulla resurrezione di Lazzaro (con richiami e citazioni a diversi Padri della Chiesa, tra i quali s. Agostino e s. Cirillo), Sulla Domenica di Passione (un paragone tra la medicina, che prepara a vomitare il veleno, e la Quaresima, quando l’anima deve elminiare da sé il peccato), Sui sacerdoti (in cui vengono definiti “sale e luce” del mondo e dove, quale principale esempio, si offre quello di s. Gregorio), Sui Parenti di Cristo (considerata festa dei tabernacoli), Sul purgatorio, Sulla Maddalena, Sul furto e sulla restituzione (un argomento sempre... d’attualità, allora come oggi e specie durante anni calamitosi tra carestie, guerre, epidemie), Sulla Samaritana (dove accosta i Sacramenti alle varie fasi della conversione della donna), Sulla Domenica della trasfigurazione, Sulla parabola della Vigna (in cui afferma che i principali colpevoli per la morte del Salvatore non furono gli Ebrei ma i nostri peccati), Sulla Domenica di Quinquagesima (con un fervido richiamo a non cadere nella cecità del vivere mondano che spinge ai vizi, con innumerevoli richiami scritturali e patristici), Sulla Domenica di Sessagesima, Sui doveri dei sacerdoti (dove si incoraggiano gli ecclesiastici ad essere – altra predica significativa per quei tempi – più santi degli altri); Sulla III Domenica dopo Pasqua (con riflessioni sulla caducità della vita, di tutte le cose, dell’inesorabile scorrere del tempo), Sulla misericordia (invocazioni alla Madre della misericordia), Sulla Domenica XXI dopo la Pentecoste (dove il riferimento è alla figura del servo ingrato che non condona ad un suo inferiore un debito da questi contratto); Sulla IV Domenica di Avvento, Sul s. Natale, Sulla Domenica XV dopo la Pentecoste (con riflessioni sulla fragilità della vita terrena e le meraviglie della vita eterna); Sulla Pasqua, Sui sentimenti di venerazione verso Cristo, Sulle due strade per andare in paradiso, Sulla sequela di Gesù, Sulla Domenica I dopo l’Epifania, Sulla Domenica fra Ascensione e Pentecoste (con un caldo invito alla fiducia e alla confidenza in Dio Padre), Sulla Domenica VI dopo la Pentecoste (con accorate note sulla misericordia di Dio e conseguente invito alla misericordia verso i proprii fratelli, verso i poveri e gli ignoranti), Sulla Domenica VII dopo la Pentecoste (con un invito a far fruttare l’insegnamento ricevuto della dottrina cristiana), Sulla festa della Madonna della Neve, Sulla Domenica II dopo la Pentecoste, Sull’oratione mentale (argomento sentitissimo da Francesco e pratica, assai consigliata a tutti, di cui vengono illustrate le fasi: meditazione, preparazione, azione), Su s. Lorenzo, Su s. Bartolomeo, Sulla B. Vergine assunta in Cielo, Sulla Domenica XIX dopo la Pentecoste, Sulla II Domenica di Avvento, Sulla III Domenica di Avvento.