Page 74 - AIUTARE LE ANIME ET IL GOVERNO EPISCOPALE
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primario e imprescindibile per la salute delle anime moltiplicava, se mai, il suo già diuturno impegno a favore del prossimo.
Non bisogna poi dimenticare che allora, da secoli e ancora per secoli, tra gli impegni di un uomo colto, specie se ecclesiastico e in continuo, quotidiano rapporto con gli altri c’era l’obbligo morale della corrispondenza epistolare. Una questione che se oggi si risolve con il minimo sforzo e la massima garanzia grazie anche alla posta elettronica, nel primo Seicento era un problema di non poco conto.
Era necessario infatti tener conto delle spese per carta, penne e inchiostro, degli impegni e della luce, dunque delle ore in cui potersi dedicare a scrivere con un po’ di agio; bisognava badare ai tempi postali, quindi ai ritmi di ricezione e consegna della posta, accertarsi dei percorsi, della sicurezza e degli accidenti che potevano interferire pesantemente con le modalità di spedizione, per non dire dell’attenta valutazione quanto al tragitto e infine – qualora fosse stato possibile – alla qualità dei corrieri, di chi cioè prendeva in consegna lettere e plichi, e di chi si occupava della materiale consegna al destinatario del materiale inviato, e tutto questo sia pure a brevissima, breve o media distanza253. Sulle lunghe distanze e affidandosi a più mani i problemi ovviamente aumentavano.
Della carta, della penna, dell’inchiostro e, concretamente, della scrittura di Quagliotti e dei suoi numerosi corrispondenti non possiamo dire praticamente nulla, anche se è possibile desumerne qualcosa254 analizzando il materiale scrittorio giunto fino a noi.
In molti casi, al di là della qualità dei singoli elementi, hanno influito il tipo e le modalità di conservazione, troppo spesso e per ragioni diverse inadeguati. Possiamo altresì rilevare che la fretta e l’urgenza di fissare idee, riflessioni, appunti, perfino disegni – come si è accennato – costrinse spessissimo Francesco a impiegare indifferentemente carte rilegate, fogli sparsi, scritti e in bianco.
Va detto infatti che i suoi appunti, dai semplici cenni alle intere lettere, dagli abbozzi di disegni agli scarni spunti per omelie, dai complessi conti d’amministrazione alle tracce per le più appronfondite riflessioni in occasione di quegli esercizi spirituali255 che proprio Quagliotti, tra i non molti ecclesiastici del tempo contribuì a far conoscere e apprezzare grazie anche ai suoi stretti rapporti con
253 Per avere un’idea dei tempi e dei modi in cui si spediva e riceveva la posta nel periodo preso in esame si vedano i contributi di B. Caizzi, Dalla posta del re alla posta di tutti. Territorio e comunicazioni in Italia dal XVI secolo all’unità, Istituto di studi storici postali, Prato 1993 e Id., Il Corriere maggiore dello stato di Milano. Da Simone Tasso all’avocazione della regalia, in “Archivio storico lombardo”, CXI (1985), p. 139 ss.
254 Al di là della qualità della penna e dell’inchiostro, elementi assai variabili e che necessiterebbero di specifiche, approfondite analisi, è possibile aggiungere che in molti casi la carta usata è filigranata e di una qualità che pare più che discreta. Non è da escludere che, oltre al mercato locale e alle botteghe cittadine novaresi, si facesse capo – grazie soprattutto alle disparate conoscenze maturate, delle quali si ha qualche traccia nelle lettere in cui Quagliotti tratta dell’acquisto e della rilegatura di libri – al più rifornito mercato milanese.
255 Sulla diffusione, proprio allora degli esercizi spirituali di matrice ignaziana – di cui esistono da secoli innumerevoli edizioni, una volta terminatane la redazione, nel 1535, e dopo la prima edizione sottoposta all’approvazione di papa Paolo III da parte di Francisco de Borja y Aragon, duca di Gandìa (1510-1572), nel 1548 – si vedano almeno le considerazioni di L. Châtellier, L’Europa dei devoti, Milano 1988, p. 50 ss. e Id., La religione dei poveri. Le missioni rurali in Europa dal XVI al XIX secolo e la costruzione del cattolicesimo moderno, Milano 1994, p. 27. Inutile sottolineare che presso la biblioteca dei RR.PP. Oblati non manca una ricca dotazione di edizioni diverse (purtroppo pervenuteci solo dal 1744) degli esercizi spirituali ignaziani.


























































































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