Page 61 - AIUTARE LE ANIME ET IL GOVERNO EPISCOPALE
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predicatore, tenne pressoché quotidianamente nel corso della sua breve esistenza. Ma facciamo un passo indietro e cominciamo ad occuparci della ‘giornata tipo’ prevista dal nostro per gli allievi del Collegio.
Dalla “levata” di buon mattino – d’estate all’alba – alle pulizie personali, si passava rapidamente a prescrivere una densa mezz’ora di “oratione mentale” per poi accedere ordinatamente in chiesa per le preghiere del mattino e la messa, cui seguivano le vere e proprie lezioni in aula e le letture devote. Di notevole importanza, si anticipa qui, la mezz’ora di orazione mentale, caldeggiata non solo per il primo mattino ma anche per altri momenti della giornata: proprio Francesco ci ha lasciato qualche pagina di appunti e riflessioni sull’importanza e le modalità pratiche dell’orazione interiore e silenziosa205.
Della giornata ideale206 dei suoi ragazzi Francesco si occupò anche successivamente, pensando ai momenti di vacanza dei giovani chierici, quando non erano sotto il diretto controllo suo e dei suoi collaboratori: negli “Ordini e consigli per le vacanze dei chierici di S.ta Christina”207, la prima raccomandazione è ancora
205 AONo, cart. 2, n. 20: Quagliotti spiegava meticolosamente come voleva che i suoi chierici facessero orazione mentale: si tratta di due paginette di densi appunti, purtroppo non datati, con un doppio titolo: il primo è “Averti[menti] Brev[emente].te raccolti da D.D. per far bene l’orat[ion].e ment[ale].” (circa due facciate e mezza) in cui si suggerisce: I. Conviene havere un desiderio grande, et determinar di attendere a far oratione mentale. II. Si potrà, prima di meditare, leggere un libro spirituale come Il Pivello, il quale con brevità darà i ponti della meditatione; III. Non si ha da mutar l’hora dell’oratione senza gran causa. IV. Quanto al sito del corpo, si può star in piedi o in ginochio, sedendo, o in qual modo che si rende più devoto. V. Si loda far in luogo con le finestre serrate; VI. Se nell’oratione, il demonio ti tenta, se la mente va vagando resisti e persevera nell’oratione et credami che in breve doppo la pioggia segue il sereno; VII. Nell’oratione talvolta l’huomo si scorda delli ponti, per ciò deve prima tenerli bene a mente, leggi poco e piglia i ponti brevi”. Il secondo trattatello recita più semplicemente “Breve modo per far l’orat.e mentale” e in esso Francesco spiega come effettuarla con profitto proponendosi: “I, Preparatione. Quis Deus? Infinitus. Quis ego? Pulvis. Petitio ut bene oremus. II. Meditatione: 1. Proporre la materia con viva imaginatione; 2. Considera le attioni e qui fermati a meditare; 3. Documenti: vedi che frutto si potrebbe cavare da quel che mediti. III. Attione: 1. Compassione; 2. Confusione; 3. Admiratione; 4. Rendimento di gratie; 5. Offerta di se stesso; 6. Petitio. Praticate l’oratione mentale perché senza questa non meritate il nome di devoto. I. E’ la consideratione della grandezza di Dio alla cui presenza si fa l’oratione; II. E’ la consideratione di se stesso, polvere; III. E’ di dimandare a Dio gratia di far bene l’oratione per gloria sua et util nostro. Dimandar già di fuggir quel che si è meditato, se cattivo, o di imparar imitarlo se è buono [...] Render gratie a Dio del dono concesso nel far bene quell’oratione, ma se saremo stati negligenti et distratti Pete veniam con dir Pater”.
206 AONo, cart. 2. In particolare “Il tempo del giorno si dispenserà nel modo seguente: 1) Levati dal letto si farà l’oratione mentale; 2) Per due hore si tratterano in Casa a studiare, se pur fra tanto non sonasse la messa doppo la quale di nuovo ripiglieranno lo studio de casi per compir le due hore, doppo le quali si potranno recreare con qualche recreatione lecita et honesta; 3) Avanti il pranzo si diranno le hore; 4) Al pranzo et cena faranno la beneditione et il rendimento di gratie secondo il solito del Colleggio, et come è ordinato nel fine del Breviario; 5) Doppo il pranzosi potranno recreare et detto il Vespro ripiglierano lo studio d’un’hora o almeno mezz’<hora> componendo qualche sermone, leggendo il libro spirituale o quello della meditatione per disporsi all’oratione della mattina seguente; 6) Avanti cena si potrà recittare il Mattutino; 7) Alla sera sonata l’Ave Maria si retirano in Casa, et fatto l’essame della conscientia vadano a letto”, il tutto con la raccomandazione che “Ciascuno vada sempre in habito clericale decente, secondo gl’ordini et si sforzino di vivere essemplarmente tanto che dieno edificatione dove praticano, et ne porterano fede come sopra. Anderano alle congregationi che si faranno dalli curati et quivi si porterano in modo tale che dieno signo d’essere chierici del Collegio”.
207 Cfr. ivi: l’abbozzo di tali raccomandazioni per le vacanze è riferibile all’estate del 1614 in quanto, in calce al documento, si nota per l’appunto la concessione di una breve vacanza al chierico Giovanni Nerini riferibile al 3 agosto del 1614 (vds. anche oltre). Siffatta normativa venne stilata dal Quagliotti sulla scorta dell’orario in vigore presso il Seminario novarese, orario cui avevano contribuito le zelanti osservazioni di mons. Speciano e probabilmente del medesimo mons. Bascapè e che sarebbe stato ripreso senza variazioni da mons. Giulio Maria Odescalchi a metà del Seicento: per una disamina della normativa episcopale in questo senso vds. S. Negruzzo, “Nella buona disciplina”. Le Regole del Seminario di Novara dettate dal vescovo Giulio Maria Odescalchi nel 1656, in “Novarien.”, 24 (1994), p. 49 ss.