Page 48 - AIUTARE LE ANIME ET IL GOVERNO EPISCOPALE
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della Scuola galliatese: fra le molte sono da ricordare ad esempio quelle dei devoti fratelli Francesco e Giovanni Battista Caroelli162, prete quest’ultimo, di Giovanni Battista Merlo163, anch’egli sacerdote, e di Francesco Muttino, il primo priore responsabile della “Bellarmina”164.
Sappiamo poi di delicate, commoventi lettere di Quagliotti ai membri della “sua” scuola e ai responsabili politici del piccolo ma vivace villaggio all’ombra di Novara. Una in particolare, tra quelle che ci rimangono, molto bella e profonda venne inviata nel gennaio del 1613, poco prima dell’autorizzazione canonica all’erezione del sodalitium nato quattro anni prima, e un’altra, assai significativa, venne inviata proprio ai ‘Rettori e consiglieri’ di Galliate l’anno dopo, nel novembre del 1614165. In essa non solo si stimolavano i residenti ad approfittare, per la salute delle loro anime, dell’utile presenza della “Bellarmina”, ma si raccomandava e si incentivava anche un più zelante e sentito culto di s. Carlo, che agli occhi di Francesco doveva sembrare localmente assai tiepido, sottolineandone l’importanza e l’ampiezza a quattro anni di distanza dalla desiderata e solennissima canonizzazione del grande arcivescovo166.
Un successo quindi, la “Bellarmina”. Nulla di più vero. Non mancarono tuttavia, oltre ai numerosi, entusiasti fautori, anche i detrattori, così come ben presto si presentarono, immancabili, difficoltà di ogni genere che misero a dura prova il giovane sodalitium galliatese. Non ci furono infatti solo luci e allori per la scuola di dottrina cristiana di Galliate, anzi. Ai tanti sinceri, ammirati consensi si aggiunsero e si dovettero ben presto tristemente registrare dissensi, disagi e malumori, peraltro inevitabili nel microcosmo sociale e religioso che sicuramente fu “Gajà” durante il primo Seicento.
Da subito, da pochi mesi dopo la fondazione della scuola167 e per anni si riscontrano nei documenti talune insorgenti, continue difficoltà e non solo interne o tra laici ed ecclesiastici, ma tra autorevoli membri di diverse confraternite e con i parroci locali. Certo non mancarono di influire anche fattori ambientali quali gli episodi epidemici168 e, di pari passo, quelli bellici169. Don Giovanni Battista Merlo ne
162 AONo, cart. 1.
163 AONo, cart. 1.
164 AONo, cart. 1.
165 AONo, cart. 2, 6 novembre 1614, lettera del Quagliotti ai Rettori e consiglieri della Comunità di Galliate.
166 AONo, cart. 2. La forte, significativa esortazione di Quagliotti non manca di attualizzare l’utilità e l’attualità di un serio, costante, sentito culto al grande arcivescovo di Milano: “...La gran divotione che mostrano tutti i popoli non solo circonvicini ma insino gl’oltramarini alla santità del nostro s. Carolo riprende assai la poca divotione che ho visto in Gajà a questo gran santo, perché nella vostra parochiale, in quel giorno che io vi predicai in lode del detto santo, non viddi pur un’imagine di s. Carolo; che per ciò mi è parso debito mio per animarvi a far qualche cosa ad honor di questo santo, mettervi avanti gli occhij l’essempio di tante terre – come di Borgomanero che edifficherà una chiesa, Pallanza et Fontaneto una capella, et altri luoghi che fanno a garra per honorarlo con le lor fabriche. L’istesso dovrebbe fare la nostra comunità in questi tempi pericolosi di guerra chiamando s. Carolo in suo ajuto con promessa di qualche voto; et se non si puotrà edifficar chiesa, almeno facciasi una capella al dirimpetto del ss.mo Rosario, et vi si procuri un cappellano che almeno le feste li dica la messa in aurora per comodità di tutto il popolo, et a questo sacedote si dia titolo di scolastico, cioè maestro per insegnar gratis a vostri chierici et figliuoli [...] Fra tanto pregarò il Signore et s. Carolo chi vi inspira a trattarne quanto prima et concorrere unitamente ad eseguire quanto io vi consiglio a benefitio della nostra cara Patria alla quale, benché io sia il minimo di tutti, talmente vivo affetionatissimo sefvitore che bisognando, per utile di coteste anime, vi metterei anche la vitta...”.
167 AONo, cart. 1, 27 novembre 1610, lettera di don G.B. Caroelli a Quagliotti, 168 AONo, cart. 1, 24 maggio 1615, lettera di don G.B. Merlo a Quagliotti.
169 AONo, cart. 1, 15 ottobre 1616, lettera di don G.B. Merlo a Quagliotti.