Page 26 - AIUTARE LE ANIME ET IL GOVERNO EPISCOPALE
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armato66. Inutile sottolineare che un esteso conflitto armato, in quel tempo, era anche e soprattutto causa ed effetto di tragedie collaterali, parallele i cui nomi bastavano a rinfocolare memorie terrorizzanti e a far intravedere orizzonti spaventevoli: quelli, oltre che delle brutali violenze, della carestia, della fame e della peste.
Nato nel 1550 a Melegnano – florido borgo della Lombardia allora già soggetta alla corona ispanica – Bascapè aveva vissuto la sua giovanile esperienza religiosa nella Milano dell’ultimo quarto del secolo ed era stato per anni il più stretto collaboratore del cardinale arcivescovo Carlo Borromeo coadiuvandolo non solo nell’azione pastorale resa allora delicatissima per la ferrea volontà del presule milanese di applicare rigorosamente i dettami tridentini67, ma anche nella gestione politica della diocesi, confrontandosi cioè con l’altezzosa burocrazia di Madrid e dei suoi rappresentanti al governo della città, nonché con vari esponenti della pur sempre rampante aristocrazia locale. Non erano mancati momenti di tensione e di durissimo scontro giurisdizionale68, scontri che per la maggior parte erano stati faticosamente risolti quanto brillantemente superati, come fortunatamente era stata superata la terribile pestilenza del 1576-77, esperienza che segnò profondamente l’animo del Bascapè, sempre al fianco del suo arcivescovo.
Don Carlo, arricchito dall’esperienza milanese accanto ad un futuro santo e dal suo generalato romano nella Congregazione dei Chierici regolari di S. Paolo, meglio noti come Barnabiti,69 una volta incaricato della guida della diocesi novarese visse il suo nuovo ruolo mantenendo vive le due anime spirituali che lo caratterizzavano: da un lato infatti mantenne un rigoroso, ascetico distacco dalle mondanità e dal secolo, perseguendo ideali quasi monastici per l’impegno nello studio, specie delle antichità e della storia70, ed eminentemente spirituali secondo linee di grande pietà e fervore liturgico; dall’altro si profuse senza risparmio nell’esplicazione dei propri doveri
66 Che sono qua e là accennati nell’epistolario del Quagliotti: lettera di don Giacomo Tacco, di Pallanza, a Francesco, in AONo, cart. 4, 15 settembre 1614, così come in quelle del prete G.B. Merlo al nostro – vds. AONo, cart. 1 – datate rispp. 10 e 15 ottobre 1616, così come pure in altre due missive , stavolta di don Francesco Poletti al Quagliotti in AONo, cart. 4, 14 settembre 1616 e del 21 maggio 1617.
67 Non solo alla grande massa di fedeli, tra città e campagna, ma anche e forse soprattutto al clero, spesso rissoso e turbolento e, ciò che forse maggiormente contava, incolto e ancor più sovente refrattario a intraprendere un miglioramento del proprio status,a cominciare proprio dall’acculturazione, invero assai scarsa e segnatamente per quanto concerneva le sacre Scritture.
68 Quanto alle spinosissime, continue vertenze tra autorità ecclesiastica e poteri locali rimando qui, per Milano, ad A. Borromeo, Le controversie giurisdizionali tra potere laico e potere ecclesiastico nella Milano spagnola sul finire del Cinquecento, in Atti dell’Accademia di San Carlo. Inaugurazione del IV Anno Accademico, Milano 1981, p. 43 ss e Id., La Chiesa milanese del Seicento e la corte di Madrid, in “Millain the Great”. Milano nelle brume del Seicento, a c. di A. De Maddalena, Milano 1989, p. 93 ss., unitamente a Id., La corona spagnola e le nomine agli uffici ecclesiastici nello Stato di Milano da Filippo II a Filippo IV, in Lombardia borromaica cit., p. 553 ss., mentre per l’area novarese, rinvio esclusivamente a G. Andenna, Il vescovo Bascapè di fronte alla dirigenza politica della città, in Carlo Bascapè sulle orme del Borromeo cit., p. 81 ss. e bibliografia ivi contenuta.
69 Basterà qui riferirsi a O.M. Premoli, Storia dei Barnabiti nel Cinquecento, Roma 1913 , Id., Storia dei Barnabiti nel Seicento, Roma 1922, a G. Cagni, Carlo Bascapè e le Costituzioni dei Barnabiti e delle Angeliche, in “Barnabiti studi”, X (1993), Numero speciale in ricordo del Ven. Carlo Bascapè, barnabita e vescovo di Novara, p. 137 ss. e a E. Bonora, I conflitti della Controriforma. Santità e obbedienza nell’esperienza religiosa dei primi Barnabiti, Firenze 1998.
70 Sulla vasta produzione erudita del venerabile si veda ora S. Pagano, Saggio per una bibliografia ragionata di Carlo Bascapè, in “Barnabiti studi” X (1993) cit., p. 293 ss.



























































































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