Page 24 - AIUTARE LE ANIME ET IL GOVERNO EPISCOPALE
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di Milano, ad alimentare e potenziare il fervore nell’azione pastorale dei vescovi di gran parte dell’Italia settentrionale61 e in particolare di Novara dove un suo amico, discepolo e collaboratore divenne il principale artefice della rinascita della Chiesa gaudenziana: si trattava di monsignor Carlo Bascapè62.
Il melegnanese Giovanni Francesco Bascapè – poi chiamatosi Carlo, per devozione al suo grande maestro e amico, il grande arcivescovo di Milano – prese possesso della cattedra episcopale novarese il 30 maggio 1593, in un periodo assai complesso non solo e non tanto per la Chiesa locale, quanto per l’intera Europa cristiana: ebbe infatti non solo l’onere e l’onore di far applicare in pieno e diffusamente i canoni conciliari tridentini ma si trovò ben presto a combattere sia contro l’amministrazione, il potere e i modelli culturali ispanici, sia – non di rado – contro un clero diocesano troppo spesso incolto, impreparato ad affrontare le ardue sfide di quel tempo e, in molti casi, diviso, litigioso, inquieto.
Per esaminare, sia pur brevemente, la storia, e non solo ecclesiastica, della Novara di fine Cinquecento è tuttavia necessario rammentare e sottolineare che il territorio novarese, se al momento dell’elezione del Bascapè era ancora formalmente alle dipendenze feudali dei Farnese di Parma, si trovava però ampiamente esposto e ormai profondamente influenzato dalla politica, dall’economia e dalle armate dei re cattolici. In sostanza, il Novarese era già da allora quasi del tutto dipendente dalla volontà dei governatori spagnoli del ducato di Milano. Una città e delle figure, queste dei governatori63, da secoli fondamentali nella politica internazionale dei cosiddetti re cattolici e di quelli cristianissimi di Francia.
spagnola.1554-1659, 2 voll., Roma, 1995. Inutile dire che anche don Carlo Bascapè - amico e, come si è ampiamente sottolineato, fedele e devotissimo di s. Carlo, di cui fu anche promotore della causa di canonizzazione - fu il principale biografo del grande arcivescovo di Milano: scrisse infatti il celebre tomo De vita et rebus gestis Caroli S.R.E. Cardinalis, tituli s. Praxedis archiepiscopi Mediolani Libri Septem. Carlo a Basilica Petri Praepos. General. Congreg. Cleric. Regul. S. Pauli. Auctore, Ingolstadi, ec Officina Typographica Davidis Sartorii, Anno Domini M.D.XCII.
61 Per un’idea del contesto e del ‘tipo’ ideale circa la figura e il ruolo episcopali ideale tra Cinque e Seicento, specie in area padana, cfr. G. Alberigo, H. Jedin, Il tipo ideale di vescovo secondo la Riforma cattolica, Brescia 1985, M. Marcocchi, L’idea e la coscienza del ministero episcopale nella cultura ecclesiastica lombarda tra ‘500 e ‘600, in Carlo Bascapè sulle orme del Borromeo cit., p. 59 ss. e M. Fois, La riforma dei vescovi al Concilio di Trento: una cesura tra due epoche, in “Bollettino storico per la provincia di Novara”, LXXXIV/2 (1993), Nel IV centenario di Carlo Bascapè vescovo di Novara, Atti della giornata di studio, Novara, 29 aprile 1993, p. 49 ss.
62 Anche in questo caso, come per quello di s. Carlo Borromeo, rinvio ad un ristretto gruppo di opere grazie alle quali è possibile, nella messe bibliografica, farsi un’idea precisa del venerabile vescovo di Novara: tra le fonti a stampa il rimando d’obbligo è al ben noto Chiesa, Vita di Carlo Bascapè cit., ora con importante apparato di note curate dal Pagano, note peraltro non esenti da ardite, improprie conclusioni – che non si mancherà qui di rilevare – proprio riguardo alla nascita degli Oblati di Novara. Tra gli studi invece, oltre all’appena citato Carlo Bascapè sulle orme del Borromeo cit., rammento almeno Da Carlo Borromeo a Carlo Bascapè. La pastorale di Carlo Borromeo e il Sacro Monte di Arona, Atti della Giornata culturale, Arona, 12 settembre 1984, Novara 1985, il numero monografico del “Bollettino storico per la provincia di Novara”, LXXXIV/2 (1993), Nel IV centenario cit., e “Barnabiti studi”. Numero speciale in ricordo del Ven. carlo Bascapè, barnabita e vescovo di Novara, in “Barnabiti studi” 10 (1993). Una citazione a parte merita la recente Positio super vita, virtutibus et fama sanctitatis del Bascapè (Congregatio de Causis Sanctorum, Prot. N. 1311), a c. di S. Pagano, 2 voll., Roma 2003.
63 Aristocratici di illustre casata che, a fronte di una subordinazione di facciata alla corte di Madrid e alla politica dei favoriti del re, si erano dimostrati in più occasioni autonomi e capaci di agire con una certa spregiudicata indipendenza dalla politica regia: oltre ad F. Arese, Le supreme cariche del ducato di Milano, in “Archivio storico lombardo”, XCVII (1970), p. 59 ss. (ora anche in Id. Carriere, magistrature e stato. Le ricerche di Franco Arese Lucini per l’“Archivio Storico Lombardo” (1950-1981), a c. di C. Cremonini, Milano 2008, p. 131 ss.), in generale L’Italia degli Austrias. Monarchia cattolica e domini italiani nei secoli XVI e XVII, a c. di G. Signorotto, Mantova 1993 (e in partic. i