Page 23 - AIUTARE LE ANIME ET IL GOVERNO EPISCOPALE
P. 23
specie in ambito rurale e montano, ad accogliere non solo i dettami tridentini ma più semplicemente gli ordini del presule o del vicario foraneo locale.
. Ad un tempo però vi furono, nonostante tutto e specie durante gli anni del pieno e tardo Cinquecento, esempi di notevole sensibilità54 e, come si diceva, di svolta nella Chiesa di Novara come altrove nel variegato territorio diocesano, con un’evidente e particolare attenzione dei presuli nel dare avvio ad un complesso programma di formazione e di riforma comportamentale del clero diocesano accompagnandone l’istruzione ai fini di organizzare una diffusa e capillare conoscenza dei più disparati fenomeni di devianza religiosa, eterodossa o stregonica che fosse, articolando a più livelli la lotta non solo, certo, all’eresia e alla diffusione di testi proibiti e del volgare nella liturgia55, ma più semplicemente all’indifferenza verso i princìpi fondamentali della religione cattolica, verso quei comportamenti cioè che minavano alla base il credo cattolico romano ponendone in pessima luce i suoi rappresentanti.
Nessuna meraviglia deve sorgere, in ogni modo, per quanto concerne il tratto più signorile che ecclesiastico e pastorale di taluni fra i prelati della Novara cinquecentesca: un siffatto comportamento era normale e del tutto consono con quello dell’alto clero europeo. La storiografia, assai vasta sull’argomento, ha ormai posto in luce pregi e difetti della figura e delle caratteristiche socio-culturali del vescovo nelle città italiane di antico regime e segnatamente durante l’età della cosiddetta riforma della Chiesa56.
Come i più noti studi sulla Chiesa novarese hanno rilevato, solo a partire dagli espiscopati di Giovanni Antonio Serbelloni57 e di Romolo Archinto58 - prelati anch’essi inizialmente e per alcuni anni lontani dalla loro diocesi59, cui giunsero solo per rispetto alle normative conciliari e che fecero amministrare localmente da loro fidati vicari – si ebbe un incremento e, di pari passo, una più mirata applicazione dell’azione pastorale, specie per quanto concerneva l’attuazione dei decreti tridentini, lo svolgimento dei sinodi, l’effettuazione delle importantissime visite pastorali.
In questo clima, come vedremo, nella tarda primavera del 1583 nacque, in un sobborgo di Novara, a Galliate, Francesco de Marconi Quagliotti. Fu tuttavia la vicina, formidabile presenza di un metropolita quale Carlo Borromeo60, arcivescovo
54 Si veda ora il denso contributo di P.G. Longo, La Chiesa novarese cit., pp. 214 ss. e 218 ss.
55 Rinvio ancora alle importanti riflessioni contenute in Fragnito, La Bibbia al rogo cit., Ead., Proibito capire e in Caravale, L’orazione proibita cit.
56 Si ribadiscono qui i concetti già più sopra osservati e relativi al parallelismo tra riforma e controriforma della Chiesa, specie nella giuridisizione episcopale novarese.
57 Bascapè, La Novara sacra cit., 427 ss.
58 Ivi, p. 429 s.
59 Ne sottolinea l’imbarazzante assenteismo anche mons. Sergio Pagano curando il volume di Innocenzo Chiesa, Vita di Carlo Bascapè Barnabita e vescovo di Novara (1550-1615), nuova edizione, Firenze 1993, p. 564 (sulla scorta dell’edizione originale, Vita del Rev.mo Mons. D. Carlo Bascapè, vescovo di Novara, de Chierici Regolari di S. Paolo, descritta dal P. D. Innocenzo Chiesa, milanese, della medesima Congregatione, in Milano, per Filippo Ghisolfi 1636). 60 Superflua qualsiasi considerazione su quello che pare essere tra i più grandi rappresentanti della cattolicità di tutti i tempi e non solo durante l’età della riforma, principale esempio di vescovo-pastore: su di lui, co-patrono di Milano con s. Ambrogio, si vedano almeno – nella vastissima bibliografia - oltre alla voce Borromeo, Carlo, santo, a c. di D. Zardin, M. Navoni, A. Barigozzi Brini, G. Santi, in Dizionario della Chiesa Ambrosiana, 6 voll., Milano 1987-1993, I, Milano 1987, p. 457 ss. e bibliografia ivi segnalata, San Carlo e il suo tempo, Atti del Convegno internazionale nel IV centenario della morte, Milano 21-26 maggio 1984, 2 voll., Roma 1986, Lombardia borromaica-Lombardia