Page 21 - AIUTARE LE ANIME ET IL GOVERNO EPISCOPALE
P. 21
soprattutto una città sede di diocesi, e di una diocesi di notevole importanza nella magmatica geografia ecclesiastica di quei tempi.
Una Chiesa dunque, quella Gaudenziana, che soprattutto dagli anni della riforma protestante divenne senz’ombra di dubbio e come emerge dal carteggio del grande Bascapè, una Chiesa di frontiera non soltanto politica – per la vicinanza con i cantoni svizzeri, con il ducato di Savoia, con lo Stato di Milano e la non lontana repubblica di Genova47, dipendenti entrambi dalla corona di Spagna – ma anche e ancor più religiosa48.
Una città e il suo vescovo: Novara e Carlo Bascapè
Non è certo il caso di affrontare qui con dovizia di particolari una storia politico-ecclesiastica di Novara e del Novarese tra Cinque e Seicento ed oltre; tuttavia pare necessario offrire almeno un quadro sintetico della situazione generale nel corso della seconda metà del XVI secolo per avere, cioè, un’idea un po’ meno vaga dei tempi, della religiosità, della vita poltica, economica, sociale e culturale negli anni che precedettero l’elezione di Carlo Bascapè e dunque l’azione del Quagliotti, anche se sul governo episcopale del celebre vicario di s. Carlo sarà comunque necessario soffermarsi più a lungo e approfonditamente.
Il Cinquecento, e non solo per Novara, fu un secolo di grandissima e, si è visto, non sempre positiva vitalità per la Chiesa e le istituzioni ecclesiastiche. Se fino agli anni Cinquanta prevalsero quei modelli comportamentali e culturali sacerdotali e prelatizi ancorati ai valori tipici dei secoli precedenti, specie per l’entourage episcopale49, dall’ultimo quarto del secolo le cose cominciarono a mutare, sia pure con mille difficoltà. Il grave scandalo dei molti, tra i laici e gli ecclesiastici di cultura, che auspicavano la cancellazione di innumerevoli forme di corruzione, di agi smodati, lusso e mondanità, con un ritorno a quella purezza e a quella dignità tanto necessarie e più che mai proprie alla vita di sacerdoti e religiosi, prese lentamente a trasformarsi in un devoto apprezzamento per il graduale, lodevole sforzo di un episcopato rinnovato nello spirito.
Dagli anni Ottanta infatti, specie durante l’episcopato di Francesco Bossi, a concilio tridentino concluso e con una più rigorosa attenzione e un’aumentata e più vigile sensibilità al livello culturale del clero dipendente, così come alla qualità, pulizia e decoro delle pratiche di culto e di pietà, e a un più morigerato stile di vita privata e, all’occorrenza, pubblica, si pervenne alla diffusione di un rigenerato modello sacerdotale. Si venne gradualmente affermando una nuova figura di
47 C. Costantini, La Repubblica di Genova, Torino 1988.
48 Oltre ai cenni in C. Bascapè, La Novara sacra del Vescovo Venerabile Carlo Bascapè. Tradotta in italiano con Annotazioni e Vita dell’Autore dall’Avvocato Cav. Giuseppe Ravizza. Dedicata a S.E. Reverendissima Monsignor Stanislao Eula Vescovo di Novara, Novara 1878 (rist. anast. Bologna-Intra 1982), si vedano ora A. Erba, La Chiesa sabauda tra Cinque e Seicento. Ortodossia tridentina, gallicanesimo savoiardo e assolutismo ducale, Roma 1979.
49 Per tutti rinvio ai saggi di G. Fragnito, P. Hurtubise, L.M.C. Byatt e N. Pellegrino (se ne segnalano i titoli nell’elenco bibliografico) su La “Familia” del cardinale, in “Familia” del principe e famiglia aristocratica, a c. di C. Mozzarelli, Roma 1988 con ricca bibliografia specifica.