Page 197 - AIUTARE LE ANIME ET IL GOVERNO EPISCOPALE
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posto in riposo d’animo et tranquillità di cuore, che non vivo più tra le spine che al continuo mi pongevano” e che, concludeva un don Poletti entusiasta, assolutamente “...non gaudebit inimicus meus super me”.
Tutto questo proprio perché “ho imparato più quelli otto giorni nella cella...” a meditare quanto il rettore aveva predicato durante quel corso di ss. esercizi e a fare la raccomandatissima orazione mentale “...che non ho fatto nel tempo di mia vita; et forsi” confessava infine il Poletti “...saranno state le sue s. orationi; alle quali devotamente di nuovo mi raccomando per la perseveranza et salute in Dio”.
Dalla teoria alla pratica: “la fondatione delli Oblati” nel novembre 1616
Dopo un’estate trascorsa febbrilmente come al solito, tra incursioni omiletiche nelle più varie parrocchie della diocesi, un’intensa attività epistolare per consigliare, ragguagliare e infine mantenere eccellenti rapporti tra i colleghi ed amici curati e parroci569, nell’attesa di riprendere l’anno scolastico570 all’inizio dell’ormai prossimo autunno in un contesto socio-politico non certo brillante – i rumori di guerra erano costanti, la fame tanta, i prezzi alle stelle, l’igiene e la sanità più che mai latitanti – il 21 ottobre Quagliotti venne invitato dal rettore della Collegiata di Borgomanero, Marc’Antonio Caninio, a celebrare pronunciando un opportuno, fervente sermone “...per la Congregatione destinata a Gattico per il giorno de santi Cosma et Damiano”571.
religiosi [...] dagli esercitij spirituali” inventati e proposti “...dal Beato Ignatio, Fondatore della Compagnia di Giesù” e dunque “...del gran fruttoche da quelli si cava”. Quagliotti pertanto, lo sappiamo bene ormai, anche grazie alle lettere di padre Melzi “...si affaticava con ogni diligenza per ridure il clero a fare quelli s.ti essercitij”, che peraltro seguiva egli stesso “...per inanimarli” anche quando, nel 1617, si trovò con il fisico gravemente debilitato “...negl’ultimi essercitij che fece due mesi prima che morisse”: AONo, cart. 4, Torelli, Memoriale.
569 A luglio il nostro avrebbe raggiunto, nonostante il caldo, i timori per la guerra e una salute tutt’altro che perfetta, Momo (il 1°), Borgomanero (il 3), Gozzano (il 27), Maggiate (il 28); ad agosto lo troviamo ancora a Borgomanero (il 2 e il 24), a Cavallirio (il 3), all’Isola S. Giulio (il 4), a Fontaneto d’Agogna (il 5); il 7 e l’8 – com’era prevedibile dopo tanti sforzi fisici sotto il sole d’agosto – si trovava “infirmus”. Il 14 andò ancora a celebrare a Fontaneto ed ivi tornò ancora poco dopo la metà di settembre, il 18. A ottobre si recò solo a Gozzano, il 30 e 31. Don Poletti gli scrisse ancora il 25 settembre: si tratta sì di una breve missiva, ma da cui emergono, qua e là, notizie sia pur minime ma di qualche interesse. Ad esempio sappiamo che il prezzo dell’olio d’oliva era proprio allora sensibilmente aumentato (“denari 9 il rubbo”) causando non pochi problemi non solo alla gente ma anche ai più poveri tra i sacerdoti e, va detto, anche al Collegio di S. Cristina. Così come sappiamo che “il Conturbia”, cioè don Bernardo Negri, curato di quel villaggio, “...quale ha il suo Toleto così” forse un testo del celebre teologo casista portato a rilegare, o prestato magari per consultazione, chiedeva instantemente gli fosse rinviato “...con commodità di messo [...] che l’havrebbe a caro”; ma in quei tempi tanto difficili, si doleva don Francesco Poletti, “...molto mi rincresce et mi lamento d’alcuni messi, quali con poca cura ricapitano le cose mandate, come dirò di lei, che non ha ancora hauto il libro dell’essercitij” e altre cosette. 570 Sappiamo da un appunto del nostro che l’anno scolastico del Collegio aveva inizio con l’aprirsi di novembre: i chierici, raccomandava Francesco, “...si troveranno tutti a S. Christina il primo di novembre prossimo”; l’avviso è datato “Adì 3 agosto 1614”. All’informazione seguiva una concessione: “Si concede licenza a Gio. Nerini chierico da Cambiasca d’andar a casa per le vacanze”: AONo, cart. 2.
571 AONo, cart. 4, 21 ottobre 1616. Probabilmente il riferimento è alla neo formata congregazione per la dottrina cristiana di Gattico, in procinto di attivarsi. Il Caninio avrebbe contattato il rettore di S. Cristina anche i1 19 aprile 1617 e non solo per questioni ancora relative alla detta congregazione, ma anche per un non meglio indicato “negotio di