Page 157 - AIUTARE LE ANIME ET IL GOVERNO EPISCOPALE
P. 157

Si deve infatti tener presente, lo si ribadisce qui, che gli spostamenti avvenivano a piedi o a dorso di cavalcature lungo percorsi spesso assai malagevoli: sentieri, mulattiere, attraversando corsi d’acqua, in una stagione che allora non lesinava ghiaccio e neve. Inoltre, per un predicatore di valore era necessario prepararsi bene per ogni singola omelia, informandosi bene presso il parroco o il curato locale su quali fossero le più sentite esigenze morali e spirituali per i fedeli presso i quali ci si recava, rendendo così più proficua la predicazione e più probabili dei buoni frutti per le anime.
Anche a febbraio e a marzo il ritmo dei viaggi è assai sostenuto: in quei giorni Quagliotti percorse decine di chilometri recandosi a celebrare all’Isola di S. Giulio (dove il 24, forse su invito dell’amico notaio e castellano Girolamo Torelli461, celebrò nuovamente predicando significativamente sulla guerra – De bello...), a Massino462, Cressa, Fontaneto (per più giorni463 e su espressa richiesta di Monsignore illustrissimo per tramite del vicario episcopale, mons. Leonardi)464, a Bogogno, a Paruzzaro e a Momo (probabilmente presso le locali monache di clausura).
E a proposito di religiosità tutta al femminile pare che Francesco abbia a suo tempo – non ci è dato di sapere precisamente quando – favorito l’ingresso nella Congregazione delle Orsoline465 di alcune pie giovani di villaggi non distanti da
461 Proprio il Torelli, castellano e governatore, per il vescovo, della Riviera d’Orta, aveva scritto a Francesco con una certa trepidazione e un incontenibile entusiasmo chiedendogli di raggiungere quanto prima l’Isola per poter predicare i ss. Esercizi. Torelli con sicurezza prospettava all’amico una folta partecipazione di popolo e della locale Congregazione della Buona Morte, fondata da monsignor Bascapè appena l’anno prima (2 marzo 1614); “...Staremo aspettando V.S. con desiderio grande per la domenica della Quinquagesima nel qual giorno si va preparando di fare una bella solennità per occupar tutto il dì in santi Essercitii; si farà musica solenne, si appararà la chiesa, si esporrà il ss. Sacramento, si predicarà la matina da un Padre Capucino con occasione di concorso per la processione [...] et speriamo per essere la domenica deputata alla Congregatione della buona morte ricever gran giovamento dalla raccomandatione di V.S. sono avisati li curati et li popoli et speriamo di confondere il diavolo”: AONo, cart. 4, s.d. (ma probabilmente febbraio 1615).
462 Si veda, oltre alla puntuale annotazione di Francesco sul Libro delle messe, anche la lettera d’invito del curato di Massino, che lo invitava a predicare il giorno 2 febbraio 1615: AONo, cart. 3, 24 gennaio 1615. A Quagliotti giunse un’altra letterina il I febbraio, il giorno prima del suo arrivo a Massino: il premuroso curato gli inviava all’Isola, dove Francesco si trovava a predicare, un apposito accompagnatore per condurlo sano e salvo per l’ora dei Vespri: ivi, I febbraio 1615. Sappiamo infine, che la predicazione del nostro a Massino, stando all’entusiastica lettera di ringraziamento del curato - “servitore di cuore” di Francesco - che gli inviava un cesto di frutta, aveva dato “...assai frutto” presso quel popolo: era bastato, semplicemente “...un solo suo ragionamento che habbi fatto”: ivi, 26 marzo 1615.
463 Il fatto che si recasse a Fontaneto a predicare per più giorni consecutivi, per la precisione – allora l’8, il 9, il 15, il 19, il 22, il 25 e il 29 marzo, non comportava obbligatoriamente che si fermasse in loco: per sua scelta infatti, come testimonia il Vandoni, Francesco preferiva non rimanere, se possiile, lontano dal Collegio: “...poscia che andava tal volta a ragionare in terre circonvicine, et fatto l’officio suo, quando meno vi pensava chi l’havea invitato, se lo trovava smarrito, e ritornato alla volta del suo Collegio se bene fosse l’hora del pranso e di riposarsi”: AONo, cart. 1, Vandoni, Annotazioni sopra la vita... cit., c. 6. a Fontaneto era allora curato don Francesco Marini.
464 AONo, cart. 3, 26 febbraio 1615. Una lettera un po’ formale quella di monsignor Leonardi a Quagliotti, nella quale si rendeva edotto il rettore che in curia episcopale si disapprovava che don Francesco Poletti, “...non essendo ben fondato in scienza teologale”, si dedicasse alle prediche festive quaresimali; poi, soggiungeva più accomodante il vicario “...potrà bene andarci qualche volta, overo più presto ragionar nel tempo della dottrina christiana” . Leonardi informava altresì il nostro che si sarebbe dovuto recare a Fontaneto d’Agogna per “esseguire” un ciclo di prediche.
465 Sulla religiose della primitiva Compagnia di s. Orsola, fondate poco meno di un secolo prima da Angela Merici, canonizzata nel 1807 e congregatesi nell’autunno del 1535, si veda la voce ‘Orsoline’ a c. di T. Ledóchowska e D.M. Montagna, in Dizionario degli Istituti di Perfezione, a c. di G. Pelliccia e G. Rocca, VI, Roma 1980, coll. 834-857. Pare che proprio una delle giovani e pie ascoltatrici degli infuocati sermoni di Francesco in S. Cristina, tale Domenica De Rossi, di Boca, abbia preso l’abito delle Orsoline. Nel 1651 Domenica, con il nome di religione di suor Francesca



























































































   155   156   157   158   159