Page 149 - AIUTARE LE ANIME ET IL GOVERNO EPISCOPALE
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D’altronde, proseguiva il rettore, erano già ben distinguibili e puntualmente previste dalla normativa talune di queste varianti: ad esempio quella secondo la quale il reo si separava “...a subiectione et oboedientia Ecclesiae” per una sua “directa intentione”: costui “deterior est schismaticis”. Erano previsti poi, ad esempio, i casi di chi “subtrahit in directa solum intentione sine affectu ipso et operis voluntate”, di chi si voleva staccare “...expressa intentione vult se et a capite Ecclesia et a membris”, di chi si adoperava a favore di scisma o di eresia in forma e con modalità occulte e così via.
Quali le pene per chi si fosse macchiato di siffatta enormità? Principalmente, spiegava Quagliotti dilungandosi in un’articolata distinzione di casi e sottocasi, i colpevoli di scisma e di eresia “...non amittunt ipso facto, nec amittere possunt spiritualem aliquam potestatem consistentem in charactere spirituali: baptismi, confirmationis vel ordinis, nam haec est indelebilis”. Oltre a ciò avrebbero perso gran parte dei proprii diritti, sarebbero incorsi, a seconda della loro posizione e, si aggiunge qui, in ammende, censure, esilio, carcerazione, abiura pubblica e molto altro ancora.
...e dalla blasfemia alla magia
Oltre alle lezioni riferite a casi di forte impatto emotivo non solo, certo, per i giovani chierici-studenti di S. Cristina ma per la gente, per gli uomini e le donne, per giovani e anziani di comunità chiuse quali erano quelle degli sperduti villaggi rurali, collinari e montani frequentati da Quagliotti, ce n’erano di diverse, di particolari. Erano lezioni che ci sono pervenute insieme e che compendiavano e illustravano il pensiero di un autore spagnolo molto noto ai sacerdoti e ai religiosi in genere, il gesuita e cardinale Francisco Toledo449.
449 Di Toledo (o, come allora si preferiva, ‘Toleto’ - 1532-1593) teologo ed esegeta, gesuita e cardinale, va sottolineato che era stato allievo di un altro celebre propugnatore della più severa e intransigente controriforma europea, il padre domenicano Domingo de Soto anch’egli spagnolo e ben noto a Quagliotti che fra i suoi libri vantava anche – del de Soto – il De justitia et jure (ed. Venezia 1569). Toledo dal canto suo scrisse, oltre a numerose e importanti opere di commento ad Aristotele e a s. Tommaso d’Aquino, anche la pratica Summa casuum vel instructio sacerdotis edita a Lione nel 1599 (e, si è detto, presente in S. Cristina nell’edizione milanese del 1603) nonché varie opere di commento alle sacre Scritture; tentò altresì una riforma del breviario allora in uso. La biblioteca di Quagliotti in S. Cristina – purtroppo oggi in gran parte dispersa – comprendeva anche due Commentaria. In prima XII. Capita Sacrosanti Iesu Christi D.N. Euangelia... del gesuita spagnolo, quello “...secundum Lucam”(ed. Venezia 1600) e quello “...secundum Iohannes” (ed. Roma 1592), entrambi non censiti in ICCU; il Commentarium alle lettere paoline (ed. Venezia nel 1603 rispp. nelle tipografie apud Robertum Meiettum, apud Sessas, apud Georgium Angelerium, apud Iuntas) e un’opera, segnala con il titolo di In logicam et phisicam Aristotelis edita in Coloniae Agrippinae apud Haeredes Arnoldi Birckmannis 1579 et Venetiae apud Haered. Melchionis Sessae (che tuttavia non si è reperita in ICCU, dove sono segnalate opere simili ma non con il medesimo titolo, con due edizioni veneziane per quell’anno ma nessuna in tipografine di Colonia). Il testo che tuttavia ci sembra opportuno segnalare qui è l’Instructio sacerdotum, ac poenitentium in qua omnium absolutissima Casuum Conscientiae Summa continetur. Cum additionibus..., presente in tutta Europa per i tipi delle più disparate stamperie in decine di ristampe. Vale la pena di menzionare anche l’altro compatto volumetto del gesuita portoghese Emanuel Sa, presente nella ricca biblioteca di Francesco (nell’edizione bresciana del 1611, apud. Io. Baptistam & Ant. Bozolam), significativamente intitolata Aphorismi confessariorum..., con un’ampia gamma di casi valutati e che, anch’essa abbondantemente ripubblicata dopo la prima edizione del 1595, è per noi di particolare interesse in quanto il suo autore prestò la sua opera per diversi anni presso la casa di probazione di Arona – ove già operava padre Melzi - sullo scorcio del Cinquecento (Sa morì nel 1596), quindi appena un quindicennio prima dell’arrivo del Quagliotti. Sul Sa si veda l’esauriente saggio di P.D. Guenzi, Emanuele Sa (1529-






























































































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