Page 118 - AIUTARE LE ANIME ET IL GOVERNO EPISCOPALE
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reperite tracce storicamente valide a comprovare quanto raccontato dal pio autore della Vita del Quagliotti.
A marzo Francesco inviava in curia, da S. Cristina, una sua ‘fede’ elogiativa per ben tredici suoi chierici mandati a Novara in quei giorni per ricevere l’ordinazione sacerdotale: al di là della loro preparazione, del loro bagaglio culturale, che Quagliotti non mancava di sottolineare, consapevole della propria responsabilità quale docente e teologo del Collegio, il rettore si soffermava commosso sul fervoroso comportamento dei giovani, futuri sacerdoti379 durante le molte celebrazioni liturgiche cui avevano partecipato nella chiesa del Collegio: rimarcava infatti con una soddisfazione certo molto intima che si riesce a percepire distintamente che “...servono con tal riverenza ai divini officii che mi edificano con la loro devotione”380.
Che le funzioni liturgiche fossero celebrate, specie nella chiesa del Collegio montano borgomanerese, con tutti i crismi della solennità e seguendo scrupolosamente i rigorosi dettami del severo messale tridentino lo sappiamo non solo dalle testimonianze di amici e confratelli quali appunto il Poletti, Giovanni Battista Rasario, alla morte del Quagliotti suo successore quale rettore del Collegio di S. Cristina, o grazie all’amico notaio e castellano Girolamo Torelli, ma da talune brevi e tanto laconiche quanto fondamentali annotazioni proprio del nostro teologo.
Sul Libro delle messe infatti, proprio quell’estate Quagliotti precisava, con una scrittura minutissima e, come pare, aggiunta tra le righe, che “...Adì 31 luglio celebrò il S.r Ferrari Teologo di Gozzano de Requiem” soggiungendo però subito che nello stesso giorno, cioè “...Adì sudetto”, con tutta la solennità possibile dovuta anche all’officio notturno e perciò in chissà quale suggestivo, campestre silenzio circostante, nella romita chiesa in cima al colle di S. Cristina “...P. Francesco
379 Il curato di Bogogno, Cristoforo Canziano, gli chiedeva poche settimane dopo l’invio di un suo prete novello per aiutarlo nella suo ministero, e in particolare durante le feste, quando più numerose, solenni e gravose erano le celebrazioni, o magari “ogni due dì”: AONo, cart. 6, 9 aprile 1614.
380 AONo, cart. 2, 9 marzo 1614 (in copia): “Faccio fede come gl’ infrascritti chierici habitanti nel Collegio di S.ta Christina, ove sentono le mie lettioni di casi e fano profitto sì nelle lettere quanto nella bontà di vita et tutti, per quanto so io, dal tempo che sono tornati al Collegio, come adesso, sono di buona vita, ubidienti sì nelle cose della casa come della chiesa nella quale servono con tal riverenza ai divini ufficij che mi edificano con la di lor divotione. Alla dottrina christiana, sì per la lontananza delle terre quanto per il mal tempo, al tempo del inverno non li mando così frequentemente come farò al bel tempo doppo Pasqua secondo il bisogno de luoghi circonvicini. Tutti hanno frequentato li ss. Sacramenti” Seguono, in un documento più lungo e complesso, i nomi dei chierici che sono: Polettus Ecclesia, Barberius, Brustius, Ardecinus, Montius, Gattonus, Salarius, Fonus, Albasettus, Grandis, Ozenus e, dopo ‘Gattonus’ si nota anche un altro cognome, quello di Bonipertus. Dell’imparzialità di Francesco e della sua paterna severità nell’interpretazione delle regole del Collegio e riguardo al comportamento dei chierici studenti è rimasta traccia in alcune lettere: per esempio in quella dove si riferisce che il rettore mandò due suoi chierici direttamente dal vicario generale a discolparsi per le loro eccessive, ingiustificate assenze dal Collegio, al fine di esservi “mortificati”: AONo, cart. 2, 30 aprile 1614, lettera di Quagliotti al vicario generale, monsignor Leonardi. Sul ‘verso’ della missiva si notano poco meno di dieci righe di annotazioni: La seonda riga si apre con le sguenti parole: “Rectores gubernare regulis et constitutionibus...”; un riferimento che taluno ha inteso riferibile alle attualmente introvabili Regole della primitiva Congregazione degli Oblati dei ss. Gaudenzio e Carlo, ma che è possibile collegare, per quell’iniziale ‘Rectores...’, ad eventuali appunti per modificare, come del resto auspicato dal Quagliotti il 3 agosto 1610, le regole troppo ‘oratoriane’ del Collegio per chierici casisti di S. Cristina.





























































































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