Page 18 - Bollettino Novembre - Dicembre 2020
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                Pellegrinaggi
DIARIO DI UN PELLEGRINAGGIO ALLE ORIGINI DELLA FEDE Segue da pagina 17
 tezza saracena. Dalla vetta del Tabor si presenta ai nostri occhi un panorama incantevole, ricco di ricordi biblici ed evangelici: un territorio che Gesù ha attraversato, che ha fatto da sfondo ai suoi discorsi e alle sue parabole e che è stato testimone dei suoi miracoli.
Lasciato il Tabor, scendiamo a Cana, una borgata vi- cino a Nazareth dove Gesù, dopo circa una settimana dall’incontro col Battista, si rivelò a Natanaele (signifi- ca “Dio ha donato”, in greco “dono di Dio”) condot- togli da Filippo, come il Messia e compì il suo primo miracolo a un banchetto di nozze. All’ingresso vi è una fontana, forse la stessa a cui fu attinta l’acqua che Gesù trasformò in vino. L’attuale chiesa fu costruita dai Fran-
San Giovanni Battista
cescani nel 1879 su antiche rovine, forse del 3° secolo, che si ritiene sorgessero sul luogo ove avvenne il primo miracolo. Nella cripta un’anfora riproduce quelle usate per attingere l’acqua che Gesù trasformò in vino (il vino nuovo, la generazione, il Messia....).
Ritornati a Nazareth, nel pomeriggio ci rechiamo in visita alla Fontana della Vergine, unica fontana pubbli- ca nella città vecchia, dove veniva ad attingere acqua la Sacra Famiglia; proseguiamo con la visita al Santuario dell’Annunciazione che sorge sul luogo ove, secondo la tradizione, fin dall’inizio del Cristianesimo veniva ve- nerato il mistero dell’incarnazione del Verbo di Dio per opera dello Spirito Santo nel grembo verginale di Ma- ria. La basilica attuale sorta sui resti delle precedenti (la più sontuosa fu certo quella fatta costruire da Tancredi, principe di Galilea al tempo dei Crociati) fu aperta al culto il 25-3-1969; è opera dell’arch. Giovanni Muzio, è stata eretta con il contributo di tutto il mondo cattolico ed è formata da due chiese sovrapposte, quella inferiore o cripta e quella superiore. All’esterno troviamo la Por- ta di Cristo (principale) con scene della vita di Gesù e la Porta di Maria (laterale) con 12 scene della vita della Madonna e sotto i portici le sue varie immagini e quelle che ricordano la sosta di Paolo VI a Nazareth nel 1964 durante il viaggio in Terra Santa (primo Papa a visitar- la).
La Chiesa inferiore conserva la Grotta dell’Annun-
ciazione che costituisce la parte posteriore, scavata nel- la roccia, della casa della Madonna e delle precedenti chiese (prebizantina, bizantina e crociata): il soffitto è aperto da un “oculus” stellato che corrisponde al centro della Chiesa superiore che è ornata di mosaici, dipin- ti e sculture realizzate da artisti di tutto il mondo e fa memoria anche del nostro Sacro Monte. Dedichiamo inoltre una breve visita al Museo, ove sono conservati i resti archeologici rinvenuti durante la costruzione del nuovo Santuario. In un pomeriggio così affollato e ricco di attrattive Don Natale riesce a trovare il momento e il luogo adatto per celebrare la S. Messa.
Non lontano dalla Basilica dell’Annunciazione vi- sitiamo ancora la Chiesa di S. Giuseppe costruita nel 1914 sui ruderi di un edificio già esistente nel VI seco- lo: la tradizione vuole che qui fosse la casa di Giuseppe e dove visse la Sacra Famiglia di ritorno dall’Egitto. La chiesa, a tre navate, raccoglie nell’abside affreschi che raffigurano la Sacra Famiglia, il sogno e la morte di Giu- seppe, mentre le vetrate ne raffigurano le litanie. Anche qui vi è la cripta che conserva una vasca battesimale con mosaico, costruita secondo una tematica teologica.
Alla sera ritorniamo in Basilica per la recita del S. Ro- sario e per unirci alla suggestiva processione in onore di S. Giuseppe; all’esterno attraversiamo un giardino in cui ammiriamo una statua che rappresenta il Santo e che incorpora sul dorso un Angelo in silenzio. Viene così raffigurato Giuseppe, l’uomo del silenzio: non ha mai parlato nei Vangeli, ma con Maria, che ha parlato due volte (Annunciazione e Cana), ha partecipato alla salvezza del mondo.
6 novembre – Lasciamo Nazareth e ci avviamo verso il Monte delle beatitudini situato sopra il lago di Galilea ove Gesù, secondo Egeria (una pellegrina occidentale che visitò la Terra Santa negli anni 393 -396 e raccontò come in un diario il suo viaggio attraverso i luoghi san- ti), pronunziò il Discorso della Montagna che inizia con le beatitudini. Visitiamo il Santuario della moltiplica- zione dei pani e dei pesci: l’attuale chiesa, costruita sulla pianta della precedente e inaugurata nel 1982, conser- va nell’abside un bellisimo mosaico che riproduce una cesta con 4 pani e 2 pesci. Dopo la celebrazione della S. Messa all’aperto, scendiamo in riva al Lago ove una roccia emergente detta “Mensa Domini” veniva vene- rata dai pellegrini quale seconda pesca miracolosa dopo la Resurrezione di Gesù (Giovanni 21-4/14) e il con- ferimento del Primato a Pietro (Giovanni 21-15/23). Non rinunciamo a purificarci mani e piedi nelle acque del lago di Gesù.
Proseguiamo per Cafarnao, la seconda patria di Gesù ove si trasferì dopo aver lasciato Nazareth: situata vicino alla via del mare, molto importante per le comunicazio- ni, era il luogo ideale per la diffusione della “buona no- vella”. Distrutta nel 665 d.C. non fu più ricostruita,
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