Page 16 - Bollettino Novembre - Dicembre 2020
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                Valsesia e il Francescanesimo - (ultima puntata)
I TEMPI NUOVI
 Ovviamente il clima di frizione,
quando non di scontro più o
meno aperto, che si era andato
instaurando a Varallo fra la fab-
briceria ed i religiosi, il diffon-
dersi delle nuove concezioni illu-
ministiche, i provvedimenti an-
ticlericali del ministro D’azeglio
sfociati nelle leggi siccardiane, le
interminabili diatribe locali sul
piano giuridico tra i rappresen-
tanti del comune ed i religiosi
non determinarono certo un cli-
ma favorevole al movimento Francescano in Valsesia.
Dopo la costruzione del nuovo convento, nel 1905 si pensò addirittura di procedere alla demolizione dell’ an- tico. A stento, e solo in seguito ad accese polemiche che fecero leva sui valori architettonici della costruzione, sul- la preziosità delle testimonianze iconografiche di scuola gaudenziana, sulla grandezza delle memorie storiche ivi radicate, sulle componenti affettive legate alla presenza tra quelle mura di illustri personaggi della storia Valsesia- na tra cui Gaudenzio che era certamente vissuto e Tan- zio da Varallo che vi era forse deceduto, la decisione fu accantonata. Ma più tardi, durante il regime fascista, la necessità di reperire un’area per la costruzione di un edifi- cio scolastico consigliò l’amministrazione comunale di al- lora a demolire una parte del convento. Furono pertanto abbattuti, insieme a parte dei chiostri , il vasto refettorio e la severa biblioteca interessantissime testimonianze di architettura claustrale.
Dopo alcuni decenni di inattività che già aveva pregiu- dicato le strutture, l’antico convento venne trasforma- to in casa generalizia della congregazione delle Suore di Gesù Eterno Sacerdote che ancora lo
non i momenti più oscuri certo i momenti più difficili e tristi. Fra le configurazioni del travaglio morale di queste nostro tempo che ha investito, con le manife- stazioni sociali, storiche e cultu- rali anche l’espressione religiosa della vita valsesiana fino ad intac- care gli stessi originali e genuini atteggiamenti del carattere della sua gente, questa crisi del movi- mento francescano diventa, qui, particolarmente sintomatica.
  abitano curandone lodevolmente la manutenzione.
Se non che, recentissimamente, es- sendosi ridotta la possibilità di gestire tutti i conventi a causa della diminu- zione delle vocazioni le superiori au- torità dell’ordine francescano ventila- vano la possibilità di chiudere anche il nuovo convento, al di là del Mastal- lone, e si parlò anche della alienazione dello stabile o di una parte di esso.
La grande, splendida e fruttife- ra stagione Francescana in Valsesia esattamente al concludersi del V° centenario del suo inizio ed in con- comitanza con il V° centenario della fondazione del Sacro Monte, stretta- mente legata e chiaramente connessa alla figura del frate francescano Ber- nardino Caimi, sta vivendo, oggi se
Beato Bernardino Caimi
sta divozione, sede della Giustizia, delli Connsilij in guisa delle citta’ principali delle Provinzie, non men che ricchissimo Borgo’’.
Gaudenzio poi, la cui integrità di vita è pari all’altezza della sua ispira- zione (Gaudentius noster in iis pluri- mum laudatur opere quidem eximio, sed magis eximie pius) ( il nostro Gaudenzio, diceva un sinodo della diocesi, molto lodato per le sue ope- re, ma la lode maggiore viene dal fatto che è molto pio) da par suo collabore- rà con il Caimi a fissare nello spazio e nel tempo il suo disegno, traducen- dole in forme tali da consacrare per sempre ai fasti della storia, assieme all’opera, anche il suo ideatore: l’una, gloria di Varallo, l’altro gloria dell’or- dine Francescano.
Alberto Bossi
A sinistra Bascapè, a destra la statua di Gaudenzio Ferrari
Pare anzi che qualcuno, nei momenti di maggior fervo- re di un certo clima positivistico o laicista, si sia adoperato per dimenticare e far dimenticare la matrice francescana, e perciò religiosa, della vicenda artistica Valsesiana lega- ta al Sacro Monte. O, almeno, si è cercato di presentarla come uno degli ultimi segni ancora perduranti di quella deteriore forma di spiritualità propria delle classi meno acculturate, o subalterne.
Ma fortunatamente la verità storica è inoppugnabile ed incoercibile.
Perciò, se si deve riconoscere che la fama di Assisi è legata alla personalità di San Francesco, illustrata dall’arte sublime di Giotto dobbiamo pure persuaderci che grazie a quest’o- pera altissima “dum frequentes etiam aliis provinciis homines pii peregrinantur, Varallum quasi parva quaedam urbs facta est, vallisque tota non modicum sensit commodum’’ per dir- la con il Bescapé( Mentre spesso arrivano persone dalle al- tre province, Varallo si è fatta come una piccola città, e da questo tutta la valle ne ha un non poco vantaggio) e Varallo, divenne, secondo un’espressione più contorta ma veritiera di uno scrittore locale, “grazie agli auguri j felicissimi di que-
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