Torino, Centro studi piemontesi, presentata la biografia del SACRO MONTE DI VARALLO compilata da Gianpaolo Garavaglia

Torino, Centro studi piemontesi, presentata la biografia del SACRO MONTE DI VARALLO compilata da Gianpaolo Garavaglia

TORINO, CENTRO STUDI PIEMONTESI, PRESENTATA LA

BIBLIOGRAFIA DEL SACRO MONTE DI VARALLO COMPILATA DA GIANPAOLO GARAVAGLIA:

Mons in quo beneplacitum est Deo abitare in eo.

 

Gianpaolo Garavaglia, docente universitario e studioso della storia della Valsesia, dopo anni di ricerche e di studio, ha pubblicato una monumentale: Bibliografia del Sacro Monte di Varallo, dal titolo evocativo: Mons in quo beneplacitum est Deo abitare in eo, tratto dalla Guida del Ferrari del 1611, efficacissimo, perché il complesso è sorto sull’alto della rupe che domina Varallo alla fine del Quattrocento, come Nuova Gerusalemme, o Santo Sepolcro di Varallo, in un’epoca nella quale era diventato quasi impossibile poter peregrinare in Terra Santa.

Il volume di cinquecento pagine, arricchito dal CD che riporta integralmente le guide più antiche e molte immagini del Sacro Monte, è nato per aggiornare l’ormai datata: Bibliografia del Sacro Monte di Varallo e della Chiesa di Santa Maria delle Grazie annessa al Santuario 1493-1929, pubblicata da Alberto Durio nel 1930 e aggiornata nel 1943.

La presentazione dell’opera è avvenuta giovedì 15 giugno a Torino, presso la sede del Centro Studi Piemontesi. Di fronte ad un pubblico numeroso e di qualità, il Direttore, Albina Malerba, ha presentato l’autore, già docente di Storia Moderna all’Università Statale di Milano e i due relatori: Casimiro Debiaggi e Guido Gentile, entrambi esperti e studiosi del Sacro Monte di Varallo. Debiaggi, che firma anche la presentazione del volume, ha accettato questo ruolo perché l’Autore è un caro Amico e soprattutto perché oggetto di studio è la Nuova Gerusalemme, ossia il Sacro Monte di Varallo, uno dei più significativi monumenti di religiosità e di arte della terra subalpina, patrimonio dell’UNESCO cui lo studioso ha dedicato con passione gran parte dei suoi interessi e delle sue ricerche: “Argomenti per me affascinanti, ricchi di tante scoperte, trasfusi in un’opera monumentale, rigorosissima, che rappresenta una tappa fondamentale nel campo degli studi”. Debiaggi, dopo aver sottolineato che: “La monumentale Bibliografia del Sacro Monte si estende per più di mezzo millennio e Garavaglia l’ha ricontrollata tutta, con tante gratificanti scoperte”, ha brevemente illustrato le origini del sacro complesso, spiegando il variare del programma iniziale, passato da topo-mimetico ad una narrazione cronologica e visiva, che parlasse agli occhi e al cuore, osservando che il Sacro Monte è: “La Biblia Pauperum più eccezionale che si conosca: con ben quaranta cappelle o Misteri, dotati di gruppi statuari di una potenza espressiva fortissima, completati e dilatati dagli affreschi parietali continui, come in un cinerama in cui il pellegrino si trova immerso e coinvolto”. I pellegrini per orientarsi e seguire in ordine i vari Misteri della vita di Gesù, avevano bisogno di una guida e ben presto furono pubblicate guide, dapprima in versi, per facilitare l’apprendimento di quanto era stato visualizzato, dotate di illustrazioni xilografiche, che creavano un dialogo tra testi e immagini. Debiaggi ha poi sottolineato che neppure la letteratura ignorò la Nuova Gerusalemme d’Occidente: “Ne parla il Bandello, vi è stato il Botero, la cita Ludovico Antonio Muratori, la canta Silvio Pellico, la studia l’inglese Samuel Butler. Nel Novecento ne trattano Guido Piovene e Mario Praz, oltre allo scatenato Testori, fino ad arrivare alla fatica straordinariamente meritoria di Gianpaolo Garavaglia”.

Guido Gentile, già Soprintendente Archivistico del Piemonte e della Valle d’Aosta, studioso della scultura lignea, ha invitato a: “Sfogliare questo straordinario palinsesto bibliografico per cercare di comprendere il Sacro Monte nella sua complessità stratificata, riscoprendo l’opera dei grandi registi come il Bascapè e la sensibilità degli antichi mediatori che parteciparono all’impresa e la esposero ai pellegrini. Garavaglia ha fatto una disamina potente di tutto il patrimonio di guide pubblicate dal 1514, indagando anche tutte le fonti dal Cinquecento a oggi: attraverso le informazioni fornite dalle guide si coglie il divenire e il mutare delle opere. L’indagine iconografica arricchisce ed integra le notizie emerse dalle Guide, preparando un fertile terreno per gli studiosi che vogliano approfondire i singoli argomenti”.

L’Autore è intervenuto parlando della serie delle Guide e illustrandone le principali singolarità. Dopo aver  ricordato che le prime guide, pur essendo molto ripetitive, potrebbero anche essere oggetto di interessanti studi linguistici, ha segnalato la Guida del 1611, la prima in prosa, dove compare per la prima volta un’impronta ecclesiastica, che proseguì quello che era già nelle intenzioni di San Carlo Borromeo: un controllo delle coscienze. Garavaglia ha spiegato come grazie a due collezionisti varallesi si siano conservate le antiche matrici delle prime guide.

Nella Guida del Fassola del 1671 si avverte uno stacco rispetto alle guide precedenti, perché emerge un’attenzione non solo religiosa ma storico-artistica. La Guida del Torrotti del 1676 contiene una storia del Sacro Monte, che dovrà aspettare fino al 1830 per essere ripresa nella Guida del Bordiga. Le immagini che corredano le Guide spesso erano di fantasia: si dovrà attendere il Settecento per avere immagini più aderenti alla realtà. Con Ex voto di Samuel Butler si avrà la prima guida completata da immagini fotografiche e quella pubblicazione aprirà la strada ai successivi studi del Galloni pubblicati negli anni Dieci del Novecento. Si stacca dal panorama tradizionale delle Guide la Guida  di Apostolo Natale, rettore del Sacro Monte, pubblicata nel 1911 nella quale si finge un dialogo tra Gaudenzio ed alcuni visitatori, illustrata con immagini fatte scattare appositamente dal fotografo Pizzetta. Garavaglia, nell’archivio dei Padri Oblati al Sacro Monte, ha ritrovato anche una Guida manoscritta di Emilio Contini, risalente al 1948, che sarebbe interessante pubblicare.

L’invito conclusivo è stato quello di consultare la Bibliografia, segnalare eventuali nuove scoperte, e di partecipare alla successiva presentazione che avverrà a Varallo al Sacro Monte, sabato 5 agosto, della quale verranno date indicazioni più precise  attraverso i giornali.

 

Piera Mazzone

Garavaglia, Gentile Debiaggi

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