Vercelli – All’Università della Terza Età Dsi parla di Vincenzo Lancia

Vercelli – All’Università della Terza Età Dsi parla di Vincenzo Lancia

L’Università della Terza Età di Vercelli è giunta al XXXIV anno di corso: gli “Incontri del giovedì” coordinati dal Professor Carlo Barbero, che si tengono nell’Aula Magna del Seminario Arcivescovile, quest’anno avevano come tema centrale: Conoscere per comprendere, per condividere. Giovedì 11 maggio si è parlato di: ”Vincenzo Lancia: coraggioso imprenditore valsesiano”, un esempio positivo di creatività ed eleganza, un uomo che ha progettato macchine uniche, ma soprattutto un personaggio che ha sempre saputo tenersi saldamente ancorato alla sua terra, alla Valsesia, e in particolare a Fobello, dove ebbe i natali e dove riposa nella tomba di famiglia, meta di incessanti “pellegrinaggi” dei “Lancisti” e fino a qualche anno fa degli operai Lancia, una “élite operaia” che si distingueva nel mondo industriale torinese.

Censìn non amava molto studiare ed era la disperazione del padre che avrebbe voluto vederlo avvocato, mentre si dovette rassegnare a saperlo assunto ufficialmente come contabile, ma in realtà come meccanico, alle officine Ceirano, proprio sotto casa, da dove uscirono le prime vetture Welleyes. La Ceirano poi fu assorbita dalla FIAT e Vincenzo divenne collaudatore e pilota FIAT, vincendo numerose gare, ma soprattutto distinguendosi per la sua correttezza… e anche per la sua sfortuna. In un paio di occasioni importanti, alla Gordon-Bennet a Clermont Ferrand e alla Coppa Vanderbilt, negli Stati Uniti, dei banali incidenti gli fecero mancare la vittoria. Vincenzo con Claudio Fogolin nel 1906 creò la Lancia, nel 1907 un rovinoso incendio distrusse disegni, prototipi e officina, ma nonostante questo l’Alpha fu presentata nel 1908: costava 10.000 lire.

I nomi delle auto Lancia seguono le lettere dell’alfabeto greco, idea ispirata dal fratello di Vincenzo, Giovanni, che era un valente grecista, poi prendono nome dalle vie consolari romane e dalle nuove città dell’agro pontino bonificate.

La Lancia si afferma nei saloni: “E’ come se di colpo tutti gli altri modelli fossero diventati vecchi”. Vincenzo ha un orecchio eccezionale – lo stesso che gli valse la nomina nel Consiglio Direttivo del Teatro Regio di Torino – attraverso lo studio propone innovazioni importanti e la Lambda, presentata al Salone di Londra nel 1922, è il suo capolavoro. Non si monta la testa: per i suoi compaesani resta Vincent.

Morirà, “per non disturbare”, nelle prime ore del 15 febbraio 1937, colto da un attacco cardiaco: aveva vissuto tutta la vita come se fosse stato in gara, ma tagliò troppo presto l’ultimo traguardo. Il suo funerale fu seguito dai quattromila operai Lancia e da quarantamila persone. Il corteo funebre da Torino a Fobello, era composto da duecento vetture.

Il figlio Gianni prese in mano l’azienda e la tenne fino al 1954 quando passò a Pesenti, il re dei cementifici, poi fu venduta al gruppo FIAT.

Nell’immaginario il marchio Lancia, disegnato da Biscaretti di Ruffia, resta un’icona di eleganza e sicurezza.

Nel 1995 in Valsesia è nato il Valsesia Lancia Story, un’Associazione di amanti delle vetture Lancia che negli anni hanno promosso numerose iniziative per ricordare il fondatore: nel 2007 gli fu intitolato un piazzale a Varallo, nel 2008 fu intitolata a Vincenzo Lancia, la strada provinciale da Varallo a Fobello, nel 2009 fu inaugurato il Museo che porta il suo nome, collocato nelle scuole del Paese, realizzate da Vincenzo in memoria del padre Giuseppe: ne è direttore Stefano Rigamonti, un giovane uomo che sa tutto di Lancia e di quel meraviglioso mondo di automobili, è silenzioso e alieno da ogni pubblicità come lo fu Vincenzo, che in vita non concesse mai un’intervista, ma è sempre lieto di far da guida nel Museo e illustrare la storia di questo “innamorato taciturno” per “innamorati taciturni”. Dal 2012 la storica villa di famiglia alla Montà di Fobello, dagli eredi Lancia è stata affidata in comodato all’Associazione, che l’ha risistemata e la rende viva  attraverso numerose iniziative.

Nel 1996 la Comunità Montana Valsesia ha istituito il biennale Premio Lancia, che viene conferito ad un valsesiano distintosi nel campo della cultura, dell’economia, dello sport e dell’impegno sociale: nel 2012 fu anche attribuito all’ingegner Franco Vallana, torinese, ma originario di Orlongo di Borgosesia, che ha ricoperto la carica di presidente e amministratore di diverse aziende del gruppo Sorin di Saluggia, contraddistinguendosi come inventore, nel settore delle valvole cardiache artificiali, con ben 140 brevetti all’attivo.

Dal Gruppo FAI Valsesia le Giornate di Primavera del 2011 furono proprio dedicate a Fobello e in quell’occasione fu realizzata una interessante e documentata pubblicazione che è stata omaggiata a Carlo Barbero, come invito a organizzare una gita degli iscritti all’UNITRE.

Ottant’anni fa moriva Vincenzo Lancia, ma il suo ricordo e soprattutto il suo esempio sono vivissimi.

Piera Mazzone

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