SAN GERMANO – Presentazione di un volume sul Convento Agostiniano di S. Maria della Consolazione

SAN GERMANO – Presentazione di un volume sul Convento Agostiniano di S. Maria della Consolazione

VENERDI’ 7 APRILE

UN VOLUME CHE RACCHIUDE LA STORIA DEL CONVENTO AGOSTINIANO DI S. MARIA DELLA CONSOLAZIONE

Un nuovo volume pubblicato dalla Società Storica Vercellese nella collana “Quaderni della Società Storica Vercellese” racconta la storia de: “Il Convento Agostiniano di S. Maria della Consolazione in San Germano Vercellese”: sarà presentato da Piera Mazzone, Direttore della Biblioteca Civica “Farinone-Centa” di Varallo, venerdì 7 aprile, alle ore 21, nell’Auditorium del Corpus Domini di San Germano.

Giovanni Ferraris, Presidente della Società Storica Vercellese, nella Presentazione scrive che il libro è nato da tre incontri: Mario Coda, Bibliotecario e Archivista di Oropa, ritrova nella Biblioteca di Oropa, in un volume miscellaneo, un manoscritto seicentesco dal titolo: “Racconto del Convento di S. Germano” che parla del convento degli Agostiniani, ne intuisce l’interesse per l’amico sangermanese Antonio Corona, lo trascrive e glielo affida per studiarlo. Antonio Corona prova un immediato entusiasmo per quella scoperta che era ignorata da tutti, ne dà notizia pubblicandone una breve parafrasi in un suo libro del 2004, tornando sull’argomento l’anno scorso nel volume: Un Maestro, un Medico e un Pellegrinaggio Sangermanesi. Lavorando alla contestualizzazione del manoscritto Antonio Corona, chiede all’amico Direttore del Bollettino Storico Vercellese, Giorgio Tibaldeschi, “indiscusso esperto di archivi vercellesi (e ben oltre!)”, di annotarlo con la consueta acribia. Nasce un libro interessante, leggibile a più livelli, prezioso scrigno di una memoria che oggi non ha più alcun riscontro materiale sul territorio, ma che arricchisce con una nuova fonte la storia generale di San Germano.

Il primo problema che si pone è quello di capire chi sia l’autore delle settantadue paginette, non datate, ma ascrivibili alla seconda metà del secolo XVII per la grafia, che apparterrebbe allo storico biellese Carlo Antonio Coda. Antonio Corona, “lo Storico” di San Germano, autore di una lunga serie di libri dedicati al suo paese e ai personaggi che vi ebbero i natali, ritiene verosimilmente che il “Racconto” sia stato scritto da un Sangermanese e precisamene dal frate agostiniano Aurelio Corbellini, autore della nota: “Storia dei Vescovi di Vercelli”, ancora oggi apprezzata e di vari volumi di poesie.

Il manoscritto secentesco narra le vicende della nascita e crescita del Convento in modo dettagliato, offrendo uno spaccato della vita del paese, descrivendo la travagliata nascita e crescita del convento degli Agostiniani, dalla distruzione durante l’occupazione di San Germano da parte delle truppe spagnole durante la prima guerra di successione del Monferrato, alle difficoltà causate dalle continue incomprensioni, talvolta liti, che sorsero tra i Religiosi e la Comunità del paese.

Nel testo San Germano è definito: “Sempre luogo riguardevolissimo per l’acutezza degli ingegni e territorio cosi fertile che produce quanto è necessario al vivere umano” e compaiono i nomi di personaggi direttamente o indirettamente implicati nella storia del convento, esponenti delle famiglie sangermanesi più influenti, e anche un Tommaso Caracciolo, di origine partenopea, che operò a San Germano, ma soprattutto emergono preziosi micro toponimi, alcuni dei quali tuttora presenti sul territorio, che dimostrano una precisa conoscenza da parte dell’autore del manoscritto, non solo del territorio, ma anche della gente sangermanese. Nell’ultima parte del volume, intitolata: “I protagonisti del Racconto del convento”, Antonio Corona, molto opportunamente, offre delle sintetiche schede che racchiudono le informazioni essenziali per contestualizzare luoghi e personaggi. Carica di ricordi e di emozioni è la chiesetta di San Vito, oratorio campestre oggetto di grande devozione, abbandonato e crollato nel 1951, come l’attigua cascina della quale furono conduttori i nonni materni di Carlo, padre di Antonio Corona, che vi trascorreva le vacanze estive.

Durante la serata, coordinata dal Professor Gianni Mentigazzi, Presidente del Museo Leone, sarà possibile dialogare con gli autori e i curatori.

Piera Mazzone

 

IMMAGINI

 

  • Antonio Corona;
  • Giorgio Tibaldeschi;
  • Mario Coda.

Antonio Corona Mario Coda Giorgio Tibaldeschi

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