Page 81 - AIUTARE LE ANIME ET IL GOVERNO EPISCOPALE
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molti aspetti significativi della profonda cultura, della personalità schiva e riservata, della laboriosità del nostro. Che il tempo per Quagliotti fosse prezioso lo sappiamo dai suoi convincimenti, dalle sue parole, dal suo modo di vivere la vita e la fede, e lo sappiamo anche grazie alla lettera che il 6 novembre scrisse all’amico teologo di Gozzano rammentandogli di occuparsi del suo “horologgio”, da ripulire e rivedere, che Francesco già da tempo aspettava e non senza una certa apprensione283.
Sempre di tempo gli scriveva a metà settembre il Caninio, rettore della Collegiata di Borgomanero, raccomandandogli di seguire la preparazione di un suo innominato nipote: era necessario infatti che si mettesse finalmente a studiare seriamente “...per esser tempo che si faccia soddiacono”284.
Quasi a metà dicembre poi, Bartolomeo Fobella inviava a S. Cristina da Milano poche righe285 con le quali rassicurava Francesco dando conto dell’acquisto di alcuni volumi per lui, tra i quali spiccano copie della Guida de’ peccatori di Luìs de Granada286, il Flos sanctorum di Alonso de Villegas287, e alcune Dottrine del cardinale Roberto Bellarmino288; di fine dicembre è invece una curiosa e potenzialmente importante lettera di Ludovico Magno in cui afferma di aver ricevuto il – e l’articolo determinativo è qui assolutamente da rimarcare – “...dicionario” del Quagliotti289.
283 AONo, cart. 2, 6 novembre 1612.
284 AONo, cart. 4, 17 settembre 1612.
285 AONo, cart. 6, 13 dicembre 1612.
286 Guida de peccatori nel qual s’insegna tutto ciò che deve fare il christiano da principio della sua conuersione per insino alla perfettione. Composto dal r.p.f. Luigi di Granata dell’ordine di S. Domenico, edito per la prima volta nel 1556 da Luìs de Granada (1504-1588) era allora uno dei più richiesti e venduti manuali ad uso dei confessori. Da una ricerca effettuata presso l’ICCU è stato possibile verificare che con questo titolo, tra il 1583 – anno della nascita di Francesco – e appunto il 1612 sono diciassette le edizioni di questo libro, di cui ben sedici a Venezia, rispettivamente presso gli stampatori di Giorgio e Agostino Angelieri, Nicolò Moretti e Marco Claseri, mentre una sola a Roma, appresso Iacomo Ruffinelli. Non sono note, per l’epoca, delle edizioni milanesi.
287 Divisa in più parti e apparsa sotto diversi, lunghissimi titoli e meglio nota appunto quale Flos sanctorum, l’opera era stata scritta, con una prima edizione spagnola da porsi forse verso la fine degli anni Settanta del XVI secolo, da Alonso de Villegas Selvago,autore toledano allora vivente (1534-1615). Nella Penisola e nel periodo qui preso in esame venne ristampata trentuno volte tra Venezia, Firenze e Milano (nel 1604).
288 Accolte da un notevolissimo successo editoriale e ovunque adottate, una Dottrina christiana breue e una Dichiaratione più copiosa della dottrina christiana erano state composte dal Bellarmino tra fine Cinquecento e inizi Seicento e, nel periodo esaminato, nove sono le stampe tra Milano (nel 1602), Padova, Bologna e Roma.
289 AONo, cart. 6, 28 dicembre 1612: è da notare l’intrigante, quanto mai suggestivo articolo determinativo “il” riferito al non meglio precisato “...dicionario di V.S. da Gajà”, ricevuto dunque, dal Magno, direttamente dal Quagliotti: un ‘dizionario’ quindi solo e semplicemente “dal” (come ‘appartenuto a’) o da intendersi realmente del (cioè ‘realizzato da’) Quagliotti? Un interrogativo questo che, come pare, è destinato a restare purtroppo e almeno per ora del tutto insoluto. Si può inoltre osservare come l’uso del termine “dicionario” appaia appropiato ove si consideri – secondo l’uso del tempo, ad oggi invariato – in riferimento a un “...libro ove sian raccolte, e esposte varie dizioni”: si è al proposito consultato, nella sua terza edizione (ove si trova il lemma considerato) il Vocabolario degli Accademici della Crusca, vol. III, Firenze, nella Stamperia degli Accademici della Crusca, 1691, p. 568.

























































































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