Page 70 - AIUTARE LE ANIME ET IL GOVERNO EPISCOPALE
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allora, duravano fino alla ripresa delle lezioni prevista intorno alla metà di novembre. Il canonico Dolci pare inoltre desse a Francesco quattro ducatoni, equivalenti a circa ventitrè lire milanesi che gli sarebbero durate fino al 20 settembre, come attestò egli stesso nei Libri di amministrazione236. Constatando tanta povertà e nonostante il parere contrario del diretto interessato, il Vescovo provvide a conferire a Francesco il beneficio di un canonicato vacante sull’Isola S. Giulio237. Nel dicembre del 1610238, a prendere possesso del titolo, Francesco chiese ed ottenne che potesse andare in sua vece, per evitare di lasciare soli i chierici del Collegio e non far loro mancare lezioni e messe, l’amico don Giovanni Giacomo Ferrari, teologo di Gozzano239, munito di un suo atto di procura approvato dalla curia novarese240.
Bascapè, affezionato a Francesco e conscio della necessità, per il rettore di S. Cristina, di non allontanarsi troppo dall’istituto, fece scrivere al vicario foraneo nell’Isola di S. Giulio, don Ferrini241, che facesse presente ai canonici il suo desiderio di dispensare il giovane sacerdote dall’obbligo di residenza sull’Isola raccomandando altresì di evitargli il tradizionale periodo di probazione o noviziato: “...Monsignor vescovo desidera che il Rev.do Qualiotti sia laudato nel canonicato che Sua Signoria Rev.ma gli ha conferito in quella sua Collegiata ma con perdita di puoco tempo acciò li chierici a lui comessi nel luogho di S.ta Christina ancora loro non restino senza guida et parimente non perdino il tempo et li studij, et però il desiderio di Monsignor R.mo saria che se li facesse fare una settimana sola, et ritrovandolo idoneo gli condonassero le altre settimane et lo laudassero acciò potesse questo ritornar a S.ta Christina alli suoi studij [...] Di questo Monsignore R.mo ha datto ordine a me che ne scriva [...] acciò V.S. faccia opera che in gratia sua faccino gratia a detto R.do Qualiotto, così [...] che ne sortisca il desiato effetto”242.
Dalla lettera, che è un vero capolavoro di diplomazia curiale, traspare innegabilmente e con chiarezza il sollecito interessamento del vescovo di Novara
236 AONo, cart. 1 per gli originali dei Libri contabili; ma su questo si veda anche Giovando, Il Servo di Dio Francesco Quagliotti cit., p. 59.
237 ASNo, Notarile, minutario 2714, notaio Bartolomeo Zucchinetti, 13 ottobre 1610. In cui si precisa che la pensione derivante dal possesso di tale canonicato sarebbe stata trasmessa, per volere del Quagliotti, a don Giovanni Alberganti, parroco della chiesa di S. Ambrogio di Omegna.
238 AONo, cart. 2: lettera di nomina del 30 dicembre 1610. Quagliotti avrebbe ottenuto inoltre, tra 1614 e 1615, le rendite derivate dai benefici ecclesiastici di Cureggio e Carpignano. Anche in questo caso peraltro, va sottolineato, senza richiederle in alcun modo al cardinale Ferdinando Taverna, vescovo di Novara succeduto al defunto Bascapè, che gliele aveva concesse spontaneamente considerando, anche allora, la povertà in cui versava il rettore di S. Cristina. Per questi ultimi benefici: AONo, cart. 4.
239 Che scrive all’amico e collega Quagliotti qualificandolo ormai quale “dottor Teologo et Can.co di S. Giulio dell’Isola d’Orta” in data 9 dicembre 1610: AONo, cart. 3.
240 ASNo, Notarile, minutario 15795, notaio Bernardino Scalfa Varone, 10 novembre 1610, dunque con opportuno anticipo.
241 Che tre anni più tardi ritroviamo quale rettore del Seminario ubicato sull’Isola S. Giulio: si veda una sua ‘fede’ riguardo all’esemplare comportamento del chierico Francesco Gattoni, in AONo, cart. 3, lettere di chierici, 14 luglio 1613.
242 L’interessante, significativa lettera, che dalla firma – sia pure parzialmente illeggibile - non sembra redatta dal vicario generale bensì dal Dolci, è allegata al fascicolo creato dal predetto notaio Scalfa Varone ed è datata 17 gennaio 1611. Il 22 gennaio Quagliotti sarebbe infine giunto per il suo periodo di prova a S. Giulio: cfr. Giovando, Il Servo di Dio Francesco Quagliotti cit., p. 65. Non riporta invece alcuna data il Bartoli, Vita e virtù cit., pp. 63-64. Di sicuro però, grazie a una lettera del nostro al canonico Dolci, sappiamo che il 31 gennaio, “...dopo il Vespro” Quagliotti partì da S. Giulio edificato e soddisfatto per il suo periodo di permanenza sull’isola e, al proposito, ringrazia il Dolci per la lettera fatta pervenire a quei Canonici: AONo, cart. 2., 5 febbraio 1611.

























































































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