Page 68 - AIUTARE LE ANIME ET IL GOVERNO EPISCOPALE
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[...] mi rincresce della sua indispositione, la quale quando provenisse o da troppo studio o d’eccessiva oratione, vi persuaderei e comanderei insieme [...] che nel uno e nel altro vi moderaste; so che patirà qualche cosa in questa solitudine, ma il patire le sia grato”229. Francesco tuttavia, dopo qualche giorno di riposo, riprendeva la sua vita di sempre: a distanza di qualche giorno dalla lettera del vicario diocesano cominciò infatti un ciclo di predicazioni quaresimali a Borgomanero e di nuovo a Fontaneto. A giugno di quell’anno giunsero altri sei studenti e la vita a S. Cristina si fece decisamente più comunitaria.
Impegni, difficoltà, gioie, malesseri
Egli non dipendeva allora da altri che dal rettore del Seminario di Novara e il suo onorario – dodici soldi al giorno – gli giungeva proprio dal canonico Dolci. A tale stipendio si dovevano aggiungere altri dodici soldi circa, di rendita del suo patrimonio ecclesiastico galliatese, quello costituitogli, si ricorderà, dallo zio don Domenico. A questi ventiquattro soldi se ne sarebbero potuti aggiungere forse un’altra decina derivante da occasionali elemosine, ma il condizionale è d’obbligo e pertanto dovevano essere assai apprezzati gli eventuali donativi al Collegio in denaro230 o in natura231. Oltre a mantenere se stesso e i chierici-studenti del Collegio, Francesco doveva infatti pensare al mantenimento della sua mamma, ancora a Galliate, e a estinguere qualche debito lasciato insoluto da don G.B. Cattaneo232, suo predecessore a S. Cristina. Risparmiare era dunque assolutamente necessario e le cose non sarebbero migliorate nel corso degli anni.
In ogni caso, ai primi di agosto del 1610 è un Quagliotti trepidante ed entusiasta che accoglie la visita del suo vescovo. Una visita, questa del Bascapè a S. Cristina, che pur nella solennità non dovette avere quel tono formale di sacra ufficialità già tipico delle visite pastorali. Ed è proprio in febbrile preparazione a
Leiden 2001), pp. 214-217, pp. 221-234, in partic. p. 226 s. Sulla varietà dei casi riservati si veda, per un’epoca e un’area assai prossime a quella presa qui in esame, O. Pasquinelli, Peccati riservati a Milano dopo san Carlo (1586- 1592), in “La Scuola Cattolica”, CXXI (1993), pp. 679-721. Sull’evoluzione della confessione fino all’età del Quagliotti cfr. E. Brambilla, Alle origini del Sant’Uffizio. Penitenza, confessione e giustizia spirituale dal medioevo al secolo XVI, Bologna 2000, R. Rusconi, L’ordine dei peccati. La confessione tra Medioevo ed età moderna, Bologna 2002, p. 277 ss. e anche V. Lavenia, L’infamia e il perdono. Tributi, pene e confessione nella teologia morale della prima età moderna, Bologna 2004.
229 AONo, cart. 1, febbraio 1610.
230 L’invio, ad esempio, di 4 ducatoni da parte di suo cugino, Giovanni Battista Iroldo, da Galliate, il 13 giugno 1613: si veda in AONo, Lettere della famiglia o patria del Quagliotti, cart. 1.
231 Ancora l’Iroldo avrebbe mandato a Francesco “...mine quattro fasoli et quattro de riso et altro tanto per uno de Borgomanero”: Ivi, 4 gennaio 1614. Francesco Antonio Berlingeri, laico e amico milanese del nostro, avendo ricevuto da lui “...della formaggia” lo avvisava che lui stesso gli avrebbe presto dato in cambio “...recapito ad un poco di sbrinzo”: Ivi, 11 febbraio 1614. Prete Cristoforo Canziano, curato di Bogogno, gli mandò “...un poco di piselli” e un assaggio del suo “...vino leggiero”: AONo, cart. 3, 8 luglio 1610. Lo zio don Domenico, da Galliate gli inviava invece riso e olio: AONo, cart. 1: 24 novembre (1613), mentre il teologo Ferrari gli fece avere dei pesci e della frutta di un suo nipote: 28 febbraio 1613: cfr. AONo, cart.3.
232 Le carte parrebbero illuminare un don Cattaneo interessato agli investimenti, specie in beni fondiari spendendo, forse, non sempre in modo oculato: ad es. si veda l’acquisto di un appezzamento di terreno – un gerbido di 17 tavole, per la somma di lire 41 imperiali - proprio nei pressi di S. Cristina: cfr. ASNo, Notarile, minutario 11010, notaio Emiliano de Gasparis, 18 gennaio 1611.


























































































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