Page 53 - AIUTARE LE ANIME ET IL GOVERNO EPISCOPALE
P. 53

III
“Nella vigna del Signore” a S. Cristina
Il missionariato apostolico tra insegnamento e predicazione itinerante
Dalla Congregazione di S. Gaudenzio al Collegio per chierici-studenti
La vita di Francesco cambiò nel novembre dell’anno 1609176 e fu una pressante decisione vescovile a sancire il suo nuovo destino di giovane, obbediente sacerdote diocesano. Monsignor Bascapè, preoccupato per le sorti di uno sperduto Collegio del Borgomanerese e attento come già sappiamo all’andamento e allo sviluppo di scuole di dottrina e validi seminari atti alla formazione di futuri sacerdoti prese la decisione di inviare quanto prima a S. Cristina un uomo colto, preparato, retto, disposto a sopportare disagi e fatiche, di profondo zelo religioso, che gli fosse devoto e dunque che godesse della sua totale fiducia. Il primo pensiero del presule fu senza alcuna esitazione per Francesco Quagliotti, da pochi mesi ordinato sacerdote il quale, secondo il suo giudizio, che sappiamo assai severo, evidentemente rappresentava la migliore soluzione all’impellente problema educativo e sicuramente idoneo ad affrontare il non facile compito.
È necessario tuttavia conoscere, per trattare dell’impatto di Francesco con la nuova realtà locale una volta giunto nel piccolo insediamento collinare, cosa fosse il Collegio di S. Cristina per la diocesi di Novara, chi fosse colui che l’aveva voluto e fondato, cosa vi si svolgesse fino a pochi anni prima.
Il Collegio di S. Cristina era stato fondato da don Carlo Bascapè, che conosciamo quale presule di granitica fede tridentina, assai lungimirante e iperattivo sul fronte dell’educazione del clero diocesano, tra i punti cardine della riforma cattolica, ampiamente dibattuto in sede conciliare e tema tra i più scottanti per molte, per troppe diocesi italiane. Dopo anni di attesa e di paziente lavoro preparatorio in diocesi177, il 5 maggio 1607 il presule aveva affidato a un manipolo di zelanti sacerdoti di formazione oratoriana la gestione del piccolo istituto: si trattava di Flaminio Casella, Giovanni Battista Boniperti, Giovanni Battista Cattaneo da Sizzano e di Orazio Barbavara, che sul colle borgomanerese avrebbero dato vita alla breve ma significativa avventura della Congregazione detta, in onore dell’antico vescovo e patrono della diocesi, di S. Gaudenzio.
176 La prima lettera dalla quale si evince che Francesco fosse stato ormai destinato, e si trovasse, a S. Crsitina di Borgomanero è dell’amico Giovanni Giacomo Ferrari, teologo di Gozzano, indirizzata “Al m[ol].to mag[nifi].co et r[everendissi].mo p[ad]r[o].one mio oss[ervandissi].mo il sig[no].r Gio. Fran.co Quagliotti Dottore di S. Teologia et Lettore de casi in S. Christina”: AONo, cart. 3, 4 dicembre 1609.
177 ASDNo, V, I, 12/13, 1603: si ebbe allora infatti un primo contatto di monsignor Bascapè con il Casella al fine di organizzare appena possibile una stabile presenza dei sacerdoti filippini nell’ambito della diocesi: “Mi sarà ancora di consolatione particolare il vedere qui V.S. et quei buoni sacerdoti, et maggior consolatione mi sarebbe il guadagnarli ancor essi a questa Chiesa; et dal canto mil farò et darò quanto posso perché così sia, non avendo maggior desiderio in questa vita che di acquistare buoni operaij et coadiutori per questa vigna, et tante più persone zelanti et che [...] mirano solo alla gloria di Dio”: cfr. ora anche l’appassionato studio di A. Caione, Cronache paesane. Gli albori di Santa Cristina tra 1600 e 1800, S. Cristina 2002, pp. 42-43.


























































































   51   52   53   54   55