Page 51 - AIUTARE LE ANIME ET IL GOVERNO EPISCOPALE
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Acquaviva, tra l’altro era l’autore della celebre Ratio studiorum gesuitica edita nel 1598 ed è ragionevole credere che tali uomini e letture abbiano lasciato tracce profonde e indelebili in Francesco, indirizzandolo sì verso un’assidua, ferventissima attività predicatoria ma anche, come vedremo, verso un’attività di missionariato apostolico caratterizzato dall’obbedienza pronta e assoluta al proprio vescovo e connotata da un progetto educativo fondato sull’insegnamento, con l’obiettivo precipuo della formazione di laici e soprattutto di futuri, validi ecclesiastici.
Quella di preparare i giovani chierici per avere degli zelanti sacerdoti, dunque di impostare o, meglio, reimpostare quanto prima una branca del seminario diocesano al servizio della Chiesa e delle anime era un’idea che gli era venuta prestissimo e che inizialmente aveva pensato di attuare presso l’isolata chiesetta campestre di S. Pietro di Lupiate, immersa nel verde presso Galliate175. Ma le cose, almeno per la dislocazione di un simile istituto, sarebbero andate assai diversamente.
chiarezza da un’affermazione, sia pure brevissima, del gesuita nella lettera a noi già nota e qui già citata, al nostro del 15 gennaio di quell’anno: “...Io” osservava assai colpito e compiaciuto il Padre aronese “...mi persuado che lei sia molto ben informato del nostro Instituto”:AONo, cart. 4, 15 gennaio 1613.
174 Su cui si dovrà ampiamente ritornare trattando del suo breve ma intenso rapporto con Quagliotti: su di lui si veda ora il ponderoso studio di F. Motta, Bellarmino. Una teologia politica della Controriforma, Brescia 2005.
175 Adesso quella chiesa, dedicata alla natività di Maria Vergine e più comunemente nota quale santuario del Varallino contiene, tra i suoi affreschi, anche quelli di Lorenzo Peracino (1710-1789) che nella cappella della crocifissione, tra i molti personaggi, raffigurò anche il Quagliotti in atteggiamento di estatica adorazione e in ricordo di quella sua iniziale intenzione di fondare sul posto quella che sarebbe poi diventata, a S. Cristina di Borgomanero, la Congregazione degli Oblati dei ss. Gaudenzio e Carlo.






























































































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