Page 33 - AIUTARE LE ANIME ET IL GOVERNO EPISCOPALE
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galliatese del tempo95. Sappiamo però che Boniforte era notaio, dunque si trattava di una figura colta, di spicco, certamente rappresentativa e perciò ascoltata in seno alla piccola comunità rurale96, e che Domenico, un fratello di Melchion Quagliotti, padre di Francesco, che i suoi primi biografi e alcune anonime indicazioni archivistiche97 indicavano come proprietario terriero e, ad un tempo, come agricoltore sulle proprie terre – era sacerdote e pertanto godeva di rispetto e considerazione98. Si può notare, infine, che a taluni esponenti dei vari rami dei de’ Marconi galliatesi è dato, nella documentazione notarile del tempo, del ‘messer’, particolare indicativo, quest’ultimo, di una sorta di riguardo con cui si guardava agli esponenti di questa famiglia, riguardo solitamente dovuto alle persone di una certa posizione sociale in un microcosmo, certo, quale doveva essere quello di un sobborgo rurale del Novarese nell’ultimo quarto del XVI secolo99. I Quagliotti100 abitavano, come attesta nelle sue memorie don Gaspare Vandoni, curato di Veruno, amico del nostro e notaio apostolico, a Galliate (Gajà, Galià), presso la Porta di S. Pietro.
Purtroppo, com’è stato amaramente sottolineato101, pare che le traversie belliche cui nei secoli fu soggetto il Novarese siano state responsabili della perdita dei registri parrocchiali della parrocchia dei SS. Pietro e Paolo di Galliate: non esistono più, pertanto, le scritture originali inerenti alla nascita e al battesimo di Francesco. Di tali atti resta una ‘fede’, dunque una sorta di estratto, successivo e autenticato, stilato il 17 dicembre 1593 dal prete Bernardino Ramella102, uno dei vicecurati locali: un atto che, indirizzato al Molto Reverendo Padre Vicario o vero alli Padri examinatori delle ordinationi, risultava funzionale all’iscrizione di Francesco presso il Seminario diocesano novarese. Dall’atto si evince che il piccolo venne battezzato il 25 maggio, il giorno dopo la nascita quindi, dal curato Giacomo
95 Sappiamo dall’“Excerpta ex libris taxarum Galliati”, in pratica un estratto del libro su cui venivano registrate le imposizioni fiscali della comunità galliatese per numero di “bocche di sale”, che il gruppo familiare-parentale allargato dei de’ Marconi Quagliotti da cui nacque Francesco era un non piccolo nucleo, complessivamente, di ben quattordici persone: cfr. AONo, cart. 1 (in copia tarda).
96 I cui atti sono conservati in ASNo, Notarile, minutari nn. 3998-3999 (dal 1583 al 1595). Di poco successivo alla morte del nostro, un altro Quagliotti, omonimo del nostro, ha rogato in Galliate: cfr. ASNo, Notarile, minutari nn. 2736- 2740 (dal 1622 al 1638).
97 AONo, cart. 1.
98 Come vedremo, sarà proprio don Domenico Quagliotti – alternativamente maestro, consigliere e priore di una primitiva scuola per la diffusione della dottrina cristiana, presente a Galliate dal 1580, morto cinque anni dopo il nostro, il 4 settembre 1622 - a far crescere culturalmente e spiritualmente Francesco, e a favorirne l’ingresso in Seminario. Su di lui cfr. annotazioni in AONo, cart. 1 e, sia pure in gran parte dispersa, la documentazione relativa alla elezione degli “Ufficiali della dottrina christiana” locale, un tempo conservata presso l’archivio della parrocchiale galliatese (ora però in copia parziale presso l’AONo.
99 ASNo, Notarile, minutario 3998, notaio Boniforte Quagliotti, 17 aprile 1589, dove proprio Melchion, padre di Francesco, è indicato senza il primo cognome, Marconi, ma con la particella ‘de’: “Melchion de Quailoto f.q. Io. Iacobi” e ancora ASNo, Notarile, minutario 4070, notaio Giovanni Giacomo Magni, 25 settembre 1606, dove Antonio de Marconibus Percini, un ramo collaterale dei Marconi Quagliotti, è nominato quale “messer”. Non ha alcun fondamento sicuro l’informazione relativa ad uno stemma araldico dei de’ Marconibus, di più elevato lignaggio nei secoli che precedettero il XVI: si sa che in tale arma campeggiavano tre gigli in linea ma che, purtroppo, la schiatta era in seguito caduta “...a stile di vita non nobile”. Il livello sociale si era tuttavia mantenuto in termini evidentemente accettabili.
100 Con le varianti onomastiche di Quayloti, Quailoti, Qualioti, Quagliotto così come riportano i documenti dei notai e gli scritti dei numerosi confratelli che con lui corrisposero in forma epistolare.
101 In AONo, cart. 1 sono da vedere le annotazioni di un ignoto oblato tra Sette o Ottocento, proprio a proposito della documentazione relativa alla nascita di Francesco.
102 Con don Giacomo Fara, o Farra, era uno dei curati della parrocchiale di Galliate.