Page 164 - AIUTARE LE ANIME ET IL GOVERNO EPISCOPALE
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Il 23, forse a causa della stanchezza e dei dispiaceri accumulati, si dichiarava ancora “aegrotus”, mentre il 25 ottobre 1615 celebrava a Borgomanero in onore di s. Carlo Borromeo. Va osservato che proprio il giorno del suo ritorno al Collegio, o forse il giorno successivo, Francesco ricevette una lettera dal neoeletto Vicario Capitolare della cattedrale, monsignor Antonio Tornielli491. Vale la pena di trattarne brevemente perché inquadra perfettamente il sentire dei responsabili della diocesi gaudenziana riguardo all’ormai rinomato Collegio montano retto dal Quagliotti.
Il trentaseienne, emergente prelato della Curia novarese informava infatti il nostro che, in quelle settimane di vacanza prima dell’elezione del nuovo vescovo: “...Quando da questi miei signori Canonici mi fu comesso il carico del governo di questa Chiesa contro ogni mio merito, subito fissai il pensier mio di tener in piedi a tutto mio potere le Case erette dalla felice memoria di Monsignor Vescovo, che sii in gloria, come fatte con tanto zelo dell’anime, e sì bene fondate nella pietà cristiana. Ora, vedendo il luogo di S.ta Christina non cedere a qualsivoglia altra eretione, di frutto, buon esempio di disciplina ecclesiastica, più che volentieri gli concedo tutta l’autorità qual haveva da Monsignor Vescovo, con tutte le prerogative e facoltà opportune; potrà dunque in nome mio, per l’autorità ordinaria a me in questa sede vacante demandata, andar in loco di S.a Cristina ed ivi, con la sua solita prudenza, consiglio et essempio, pascer quell’anime et consolar quelli quali, così da Nostro Signore inspirati, si sottoporranno all’obedienza di quel luogo, come prometto di riceverne da lei ogni quanto possibile. Avrei che scrivere molte altre cose, le quali tutte rimetto alla sua prudenza et molto discretezza, perché vivo sicuro sotto la sua disciplina; con che fine veda se da me fa bisogno d’altro in sostentatione di quel luogo, come desidera in estremo la perseveranza con che provederò a quanto sarà necessario. E fra tanto gli prego dal Signore ogni gratia, et lei in particulare pregherà da N.S. ne’ suoi sacrifitij che si degni darmi lume in questi giorni, acciocché io possa eseguire in honore di S.D.M. et profitto dell’anime, come desidero. Di Novara...”492.
Era il 20 ottobre 1615: abbiamo qui, come si può vedere, una significativa, sintetica, puntuale descrizione del contesto diocesano entro cui viveva e operava un Quagliotti appena riconfermato (“...concedo tutta l’autorità qual haveva da Monsignor Vescovo, con tutte le prerogative e facoltà opportune”) alla guida del Collegio, da poco rientrato dal suo tentato pellegrinaggio lauretano, nei giorni tristi della morte di monsignor Bascapè e in attesa dell’avvento alla cattedra episcopale del cardinale Ferdinando Taverna.
491 Su di lui rinvio qui alla biografia compilata da A.L. Stoppa, Un prelato “prudente” e “politico” del secolo XVII: Antonio Tornielli vescovo di Novara. 1636-1650, in “Bollettino storico per la provincia di Novara”, L/2 (1959), p. 184 ss. e LI/1 (1960), p. 51 ss. e LI/2, p. 21 ss. (ora anche in Omaggio a don Angelo Stoppa, numero monografico di “Novarien.”, 37 (2008), p. 225).
492 AONo, cart. 3, 20 ottobre 1615.