Page 131 - AIUTARE LE ANIME ET IL GOVERNO EPISCOPALE
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Il 1614 si concludeva con un dicembre all’insegna della routine e cioè con la ripresa delle lezioni di casistica, delle prediche in S. Cristina (il 3, dove celebrava per i benefattori, vivi e morti, del Collegio) e in vari villaggi: a Maggiora (il 7, il 21, e nella settimana tra Natale e il 31, con abbondanza di confessioni e prediche), a Novara (il 9), a Momo (il 10) e a Maggiate (il 13). Ma in cosa consisteva istruire i giovani chierici e futuri sacerdoti in materia di casi di coscienza?
“Dell’ottima instruttione... de casi di conscienza”: lezioni e studio a S. Cristina
Non era di poco conto, nel pesante bagaglio culturale offerto nei Seminari diocesani416 del primo Seicento, lo studio dei casi di coscienza. Una materia allora fondamentale la casistica (o ‘casuistica’) quale branca particolare della teologia morale e, sotto forme diverse, da secoli già ben nota e seguita dalla Chiesa. Teologi e giuristi da questo punto di vista si erano ampiamente espressi già dall’alto medioevo: dai più antichi Libri poenitentiales (VII secolo)417 al Tractatus de Poenitentia contenuto nella raccolta canonistica nota come Decretum di Graziano (compilata a Bologna ai primi anni Quaranta del XII secolo) si erano accumulate pagine e pagine di articolati, complessi e a volte curiosi casi pratici per i quali si prevedevano di volta in volta punizioni che variavano di intensità e di incisività e comprendevano un’assai vasta gamma di modulate penitenze418.
Si trattava, in sostanza e specie nel periodo qui preso in esame419, di proporre e analizzare una serie pressoché inesauribile di casi concreti, ovvero di configurare ipotetiche, potenziali “contigenze umane” individuando con la maggior precisione possibile i ruoli e le responsabilità di ciascuno degli ‘attori’, dei protagonisti di tali evenienze assegnando puntualmente ad ognuno una particolare, lecita e salutare linea di condotta morale e pratica.
416 Sulla più generale situazione dei Seminari in diocesi di Novara rinvio qui a quanto si è già detto altrove in questa sede, tra testo e note, ed in particolare ai lavori di Longo, Negruzzo, Scaduto e Toscani.
417 Nella vastissima bibliografia risulta sicuramente di utile lettura almeno M.G. Muzzarelli, Una componente della mentalità occidentale: i Penitenziali dell’alto medioevo, Bologna 1980.
418 Impossibile offrire un sia pur minimo quadro sull’argomento nel veramente sterminato panorama di studi al riguardo: per gli stimolanti spunti in essi presenti e la puntuale panoramica offerta ci si limita qui a suggerire almeno la lettura di un testo tra i più complessi e originali di questi ultimi anni, quello di J. Delumeau, Il peccato e la paura. L’idea di colpa in Occidente dal XIII al XVIII secolo, Bologna 1987 (ed. orig., Paris 1983) e quello, più recente, di R. Rusconi, L’ordine dei peccati cit. pp. 277-341, in partic. p. 323 ss. Quanto alla manualistica e alla precettistica per confessori e fedeli proprio nell’età del Quagliotti, vds. ancora Turrini, La coscienza e le leggi cit.
419 In questa fase storica, quella successiva – tra Cinque e Seicento - al Concilio di Trento, la casistica cattolica era solitamente piuttosto severa e prescrittiva ma, soprattutto dalla seconda metà del Seicento, con l’espansione e l’influsso delle idee gianseniste – la cui morale era assai più rigida, severa e intransigente di quella cattolica – la casistica dei Gesuiti si fece per contro più benevola e, tavolta, disponibile a sorprendenti, improprii accomodamenti divenendo, per questo, argomento per la penna di uno dei massimi pensatori del XVII secolo, Blaise Pascal, e oggetto delle sue ironiche e non di rado caustiche prese di posizione nelle celebri Lettres meglio note come Provinciales (ed. 1657) e, qua e là, nei suoi celeberrimi Pensées (ed. 1669-1670). Sulla questione del dissenso giansenista è opportuno vedere almeno la sintesi di F. Hildesheimer, M. Pieroni Francini, Il giansenismo, Milano 1994, come pure di notevole importanza risultano, più in generale, i saggi contenuti nell’antologia La direzione spirituale tra medioevo ed età moderna. Percorsi di ricerca e contesti specifici, a c. di M. Catto, Bologna 1999, e segnatamente il contributo di A. Alimento, La direzione spirituale giansenista, ivi, p. 71 ss.



























































































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