36 – La salita al Calvario

IL PERCORSO DEL LOGGIATO:

varallo_cappella_36_5Il percorso lungo il loggiato costituisce una sorta di galleria storica: sono infatti collocati alcuni ricordi di personaggi che hanno segnato la storia del santuario. Una lapide ricorda Giuseppe Candiani di Busto Arsizio, che nel 1878 lasciò una parte della propria eredità per la ristrutturazione delle cappelle.  Accanto, un busto marmoreo, realizzato dallo scultore varallese Vanelli, ricorda Samuele Burla di Borgosesia, altro benefattore del complesso. Al viaggiatore inglese Samuel Batler, che con il suo libro Ex voto fece conoscere anche nei paesi d’Oltralpe i santuari dell’area piemontese lombarda, è invece dedicato un altorilievo bronzeo. Un ultimo ricordo è riservato al Pontefice Giovanni Paolo II, pellegrino a Varallo nel novembre del 1984, in occasione del IV centenario della morte di San Carlo Borromeo.

Cappella  36 –  Salita al Calvario  

Iscrizioni: “Prese la legna per l’olocausto, e la pose sulle spalle di Isacco suo figlio (Genesi, 22, 6 ). 

Ed Egli portando la croce, prese il cammino verso il luogo detto Calvario ( Giovanni, 19, 17 ).

la salita al calvario

La struttura muraria era terminata nel 1597 quando, tra il gennaio e il marzo, il vescovo Bascapè si rivolge ai fabbricieri fornendo indicazioni sulle modalità per rappresentare il mistero dell’andata al Calvario:”approviamo bene che vi si ponga…. la Veronica e il Sudario, improntato della faccia del Salvatore, ma non ci si metta Simone Cireneo, né i ladri con le loro croci, né si facciano le Marie et S.Giovanni ove, rivolto il Signore, paia dire: Filiae Hierusalem ma turba di donne con il popolo. Non si manchi di metter qui il mistero d’Isaac che porta la legna che è suo proprio luogo”.


Le 50 statue e i 14 animali in terracotta policroma sono oepra dello scultore fiammingo Jean De Wespen detto il Tabacchetti, che tra gli aiuti ebbe probabilmente anche Giovanni D’Enrico. Un ordine del vescovo aveva imposto allo scultore di modellare figure somiglianti a quelle della Crocifissione di Gaudenzio Ferrari.

L’imponente ciclo di affreschi è di Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone ( 1602-1616 ).  Sulle pareti dunque gli affreschi : Città di Gerusalemme e il Monte Calvario. Negli stendardi della volta: Abimelech con i suoi soldati taglia e trasporta tronchi per incendiare la torre e il tempio di Sichem; gli esploratori della terra promessa con il grappolo d’uva; Abramo e Isacco avviati al Monte Moria per il sacrificio.

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